Anche per Chiara, era arrivato il momento di un'unità didattica interamente progettata e sviluppata da lei e noi tutti ci siamo semplicemente affidati, ben sapendo di essere in ottime mani.
Tutto è iniziato con una consegna pasquale lasciata ai bambini su Classroom:
Trentatré immagini senza parole da guardare e riguardare per provare ad immaginare una storia (vedi).Ciao bambini,
vi chiedo di osservare attentamente più e più volte le immagini riportate di seguito.
Cosa vi viene in mente? Soffermatevi su ogni singolo fotogramma e provate ad
immaginare la storia raccontata da queste immagini.
Buona lettura delle figure e buon viaggio con la fantasia!
Vi abbraccio! Chiara
Il giorno del rientro è così iniziata un'esperienza coinvolgente, proseguita il giorno successivo. Due intere giornate scolastiche che ci hanno fatto conoscere e riflettere sul tema del bullismo.
La condividiamo anche qui, utilizzando la ricostruzione collettiva fatta in classe dagli stessi bambini a partire dalle foto scattate durante l'esperienza. La forma è quella delle didascalie, che poi abbiamo riportato anche sul quaderno in modo essenziale.
Prima giornata
Chiara ha iniziato la sua attività aprendo Classroom e mostrandoci la sequenza di immagini che aveva pubblicato per noi. Le ha quindi sfogliate una ad una, dandoci il tempo di riflettere ancora. Poi ci ha chiesto che cosa avessimo notato di particolare. La risposta è arrivata subito: si tratta di una storia senza parole. Ha poi chiesto se ognuno di noi fosse riuscito ad immaginare una storia. Tutti noi l'avevamo immaginata. Ma non ci ha chiesto di raccontare. Non subito.
Chiara ha distribuito un foglietto ad ognuno di noi, chiedendoci di scrivere un nostro titolo per la storia. Subito dopo, è passata a ritirarli e li ha semplicemente messi da parte.
Siamo tornati alle immagini, mantenendo con noi la descrizione che ci era stata assegnata. Ognuno di noi aveva il compito di riconoscere l'immagine per la quale era stata scritta la descrizione in suo possesso. Abbiamo così riportato le scritte sotto le figure, facendo una sintesi.
Chiara ha appuntato sulla LIM tutti i nomi che erano stati utilizzati per le protagoniste della storia e abbiamo votato per scegliere quelli che preferivamo mantenere per la narrazione collettiva: Anna e Rita.
Chiara ha ripreso i titoli che ognuno di noi aveva scritto all'inizio. Li ha letti a voce alta e abbiamo votato per scegliere quello comune. Ad avere la meglio è stato: “Gli amici sono migliori dei nemici”.
A questo punto, abbiamo inserito il titolo nella storia e l'abbiamo riletta uniformando i tanti nomi utilizzati. È nato così il nostro lavoro finale (vedi) sul quale abbiamo riflettuto insieme, comprendendo che si trattava di una storia di bullismo.
Al termine del lavoro, Chiara ci ha presentato il silent book da cui aveva tratto le immagini per il nostro lavoro: “Io sto con Vanessa” e ce l'ha donato per la nostra biblioteca di classe.
Seconda giornata
Abbiamo ripreso l’attività facendo un brainstorming sul significato di bullismo per noi e ne abbiamo discusso insieme.
Marco è un bambino molto triste. Da qualche mese ha perso la voglia di andare a scuola. A scuola, infatti, c’è Stefano: un suo compagno di classe che lo bullizza.
Marco ha un problema di salute a una gamba e per questo zoppica.
Stefano gli ha attribuito uno sgradevole soprannome ed ogni occasione è buona per prenderlo in giro.
I compagni di classe, forse per paura che Stefano prenda di mira anche loro, osservano questi comportamenti con indifferenza.
Noi abbiamo formato un grande cerchio per presentare le nostre scenette alla classe.
Come vi sareste comportati al suo posto?
Vi è mai successo di trovarvi in una situazione come quella di Marco?
Come vi sentireste se foste Stefano?
Come vi sareste comportati al suo posto?
Perché secondo voi Stefano si comporta così?
Vi è mai successo di trovarvi in una situazione simile a quella di Stefano?
Come vi sareste comportati al loro posto?
Vi è mai successo di trovarvi in una situazione simile a quella dei compagni di classe?
ed essere gentili, siate gentili"
Grazie di cuore a voi.
RispondiEliminaE come ci insegna Auggie...
"Se ognuno di noi assumesse come regola quella di cercare, ovunque si trovi e ogni volta che ne abbia la possibilità, di comportarsi in modo un po’ più gentile del necessario, allora il mondo sarebbe davvero un posto migliore.
Se sapessimo quello che passano gli altri, capiremmo che nessuno è normale e che tutti meritano una standing ovation almeno una volta nella vita. Tutti combattiamo una battaglia dura e se vogliamo vedere davvero come sono fatte le persone non dobbiamo fare altro che guardare!".
Vi voglio bene e vi porterò sempre con me.
Grazie Chiara, riporterò questo tuo commento ai bambini e so già che lo apprezzeranno molto. Un altro abbraccio e sempre grazie. Sappi che anche tu sarai sempre con noi.
RispondiEliminaIn che classe è stato proposto questo lavoro? Davvero complimenti!¡! Penderò spunto.
RispondiEliminaUna classe terza. Chiedo scusa per il ritardo della risposta, ma le notifiche ormai sono scollegate. Buon lavoro!
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