giovedì 9 ottobre 2014

Prendiamoci cura di loro

Ieri sera, con la proiezione del corto "L'amore impossibile" di Christian Castangia e Stefano Zedda, è stato aperto il primo dei pomeriggi che l'Associazione "Io non ho paura" ha voluto dedicare al tema della violenza assistita all'interno della "Settimana dello sport contro la violenza sulle donne".

Io sento il bisogno di ringraziare. Ringraziare per aver spostato il fuoco sulle vere vittime della violenza domestica, i bambini. Figli che si trovano ad assistere a scene di aggressività, violenza verbale o fisica, proprio tra quelle persone che per loro dovrebbero essere punto di riferimento.
Questi sono i bambini e le bambine che faranno fatica a diventare uomini, a diventare donne. Sono bambini che per non perdere la fiducia nel padre e nella madre, si attribuiranno le colpe e cercheranno con loro un rapporto ancora più forte, fino a voler essere loro a proteggerli, invertendo ciò che la natura ha posizionato diversamente.

Voglio ricordare qui, in questo spazio nato per la comunicazione tra scuola e famiglia, che noi, genitori e insegnanti, siamo i primi a doverci prendere cura di loro, mettendo al primo posto il bisogno di serenità e di amore. Perchè per essere adulti equilibrati, per saper affrontare la vita, bisogna essere stati bambini sereni, aver costruito fiducia e autostima, aver costruito l'amore per la bellezza.
Io credo che tutti noi abbiamo questo dovere. IL DOVERE DI PRENDERCI CURA DI LORO.

Voglio riportare qui le parole di Lorenzo Braina, con le quali ieri ha chiuso l'intervento la Dott.ssa Giuseppina Carboni, psicoterapeuta che ha offerto un contributo illuminante.

I bambini hanno un dono. Sentono l'amore e la cura per loro. Sentono nel profondo il desiderio di un adulto verso la loro vita. Per quanto oggi ti sia sentito mancante, assente, deficitario se hai quel desiderio domani al suo risveglio ti darà un'altra possibilità, e poi un'altra e un'altra ancora.
Perché loro sono fatti così, perdonano e guardano avanti. Scommettono sempre sul domani e su te.
Sarebbe bello un mare calmo per ogni bambino, un adulto col desiderio di cura per ognuno di loro...
 
Grazie a tutti coloro che si sono impegnati in questo progetto, offrendoci elementi di riflessione talmente forti, da aver seminato il bisogno di approfondire.

2 commenti:

  1. La tua sintesi poggia le basi sul metodo che si dovrebbe adottare quando si accolgono dei bambini in aula. Varcata la soglia della scuola noi come insegnanti dobbiamo essere in grado di porre in essere strategie per captare e favorire l'apprendimento ma soprattutto restituire ai loro visi quel sorriso carico di libertà e voglia di vivere, ossia il diritto di essere bambini. Enrica dobbiamo sollecitare le autorità perché iglesias abbia una piazza una via dedicata ai bambini per ricordare a tutti gli adulti "che anche loro lo sono stati una volta" e quanto sia importante ricordarlo ancora per non calpestare la loro essenza. Ti abbraccio forte. Il collega scollegato.

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  2. Certo Christian, ci lavoriamo. E' un progetto che mi è piaciuto molto dalla prima volta in cui me ne hai parlato.
    Ancora complimenti per il tuo lavoro e in bocca al lupo per le nuove presentazioni che so che saranno numerose.
    Ti abbraccio. Enrica

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