giovedì 1 giugno 2017

Io sono un libro: il giorno dopo

Chi lavora con me lo sa. Lo sanno i bambini, lo sanno i colleghi, lo sanno i genitori. A me piace liberare. Mi piace perché credo nell'intelligenza dei bambini, perché lavoro molto affinché sviluppino la loro capacità organizzativa e perché adoro la loro creatività che non smette mai di sorprendermi, andando sempre oltre quanto io possa immaginare. 
E poi perché arriva un momento in cui mi piace proprio. Organizzo, supporto, facilito... e poi mi sposto. Assumo un ruolo esterno e li osservo all'opera, assaporando la bellezza, come davanti ad un'opera d'arte.
Proprio come ieri. Abbiamo lavorato tanto, stimolato, accolto, accompagnato, supportato. Ma poi lo spazio lo abbiamo lasciato interamente a loro che hanno gestito in piena autonomia le loro presentazioni, con entusiasmo e competenza.
Io credo che questa sia la cosa più bella del nostro mestiere. Il momento in cui possiamo farci da parte. A noi un angolo, a loro il centro.
Per questo, il grazie più grande, ancora una volta, è per i bambini, per ciò che hanno saputo regalare a tutti noi, alla città.
Di una cosa sono sicura. A fidarsi di loro non si sbaglia mai.

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