Quando le belle esperienze chiamano, è difficile non rispondere. Se poi queste sono collegate a un Festival, quello Tuttestorie, che da anni è capace di emozionare e di accompagnare noi insegnanti e i nostri bambini dentro lo straordinario mondo della letteratura per ragazzi, come si fa a non sentire il richiamo?
Così ieri, nonostante fosse il quindici di luglio, è stato impossibile non dire subito il nostro “Sì!” all’invito delle bibliotecarie di Iglesias che per il secondo anno ospiteranno alcuni laboratori del Festival in collegamento con l’evento programmato a Cagliari dal 5 all’11 ottobre.
È stato un richiamo semplice ma efficace. Volete un abbraccio speciale? Non sapete quanti tipi di abbracci ci sono? Il Festival, d’altronde, quest’anno è dedicato proprio a loro: gli abbracci, quelli che donano emozioni speciali quando li fai e quando li ricevi, ma che dicono anche tanto dell’atteggiamento nei confronti dell’altro e delle cose della vita. L’abbraccio accoglie, l’abbraccio avvolge, l’abbraccio accompagna. L’abbraccio ci dice che non siamo soli.
Per quanto mi riguarda, quando ho ricevuto la mail di invito, non ci ho pensato un attimo: avviso sul blog di classe, contatto con la rappresentante dei genitori. – Bambini! In città c’è un evento che accompagna verso il Festival Tuttestorie. Vi aspetto, io ci sarò!
E gli alunni che erano in città sono venuti, e con loro anche tutti i genitori, perché noi ormai lo sappiamo bene: quando c’è di mezzo il Festival le emozioni entrano in gioco tutte.
L’iniziativa era all’inizio di via Nuova, tanto semplice quanto preziosa. Un mimo, Giovanni, esperto abbracciatore, e tutti, proprio tutti, invitati ad essere presenti portando con sé solo la disponibilità a farsi abbracciare. E si sono fermati in tanti. Bambini, adulti. Da soli, in gruppo, per farsi abbracciare una volta, più volte. Per chi non lo sapesse… gli abbracci non stancano!
E noi che non sappiamo proprio resistere senza offrire un piccolo contributo, ci siamo uniti in cerchio per recitare la Filastrocca del bambino futuro di Bruno Tognolini che finisce proprio così “Come sarà l’orizzonte che tracci, dipende da come mi abbracci”. Ah… certo, dimenticavo. Il titolo del festival quest’anno è proprio questo: “Dipende da come mi abbracci. Racconti, visioni e libri sui legami che ci fanno noi”. Una scelta particolarmente fortunata per noi che l’anno prossimo saremo in quinta. Vorrà dire aprire l’anno ragionando di abbracci e di legami sapendo che è con questi che chiuderemo il nostro tempo insieme. Già perché desideriamo lasciare in eredità legami significativi, capaci di accompagnare i bambini per la vita.
Grazie alle bibliotecarie di Iglesias, Clara Congia e Daniela Sanna, all’Amiministrazione Comunale, a Vittoria Negro.
Il vostro abbraccio, che per noi viene ormai da molto lontano, è stato davvero speciale. Ci ha accolto nel mondo della lettura, facendoci un dono prezioso. Perché quando si amano i libri, non si è mai soli e mai infelici. Grazie.
Così ieri, nonostante fosse il quindici di luglio, è stato impossibile non dire subito il nostro “Sì!” all’invito delle bibliotecarie di Iglesias che per il secondo anno ospiteranno alcuni laboratori del Festival in collegamento con l’evento programmato a Cagliari dal 5 all’11 ottobre.
È stato un richiamo semplice ma efficace. Volete un abbraccio speciale? Non sapete quanti tipi di abbracci ci sono? Il Festival, d’altronde, quest’anno è dedicato proprio a loro: gli abbracci, quelli che donano emozioni speciali quando li fai e quando li ricevi, ma che dicono anche tanto dell’atteggiamento nei confronti dell’altro e delle cose della vita. L’abbraccio accoglie, l’abbraccio avvolge, l’abbraccio accompagna. L’abbraccio ci dice che non siamo soli.
Per quanto mi riguarda, quando ho ricevuto la mail di invito, non ci ho pensato un attimo: avviso sul blog di classe, contatto con la rappresentante dei genitori. – Bambini! In città c’è un evento che accompagna verso il Festival Tuttestorie. Vi aspetto, io ci sarò!
E gli alunni che erano in città sono venuti, e con loro anche tutti i genitori, perché noi ormai lo sappiamo bene: quando c’è di mezzo il Festival le emozioni entrano in gioco tutte.
L’iniziativa era all’inizio di via Nuova, tanto semplice quanto preziosa. Un mimo, Giovanni, esperto abbracciatore, e tutti, proprio tutti, invitati ad essere presenti portando con sé solo la disponibilità a farsi abbracciare. E si sono fermati in tanti. Bambini, adulti. Da soli, in gruppo, per farsi abbracciare una volta, più volte. Per chi non lo sapesse… gli abbracci non stancano!
E noi che non sappiamo proprio resistere senza offrire un piccolo contributo, ci siamo uniti in cerchio per recitare la Filastrocca del bambino futuro di Bruno Tognolini che finisce proprio così “Come sarà l’orizzonte che tracci, dipende da come mi abbracci”. Ah… certo, dimenticavo. Il titolo del festival quest’anno è proprio questo: “Dipende da come mi abbracci. Racconti, visioni e libri sui legami che ci fanno noi”. Una scelta particolarmente fortunata per noi che l’anno prossimo saremo in quinta. Vorrà dire aprire l’anno ragionando di abbracci e di legami sapendo che è con questi che chiuderemo il nostro tempo insieme. Già perché desideriamo lasciare in eredità legami significativi, capaci di accompagnare i bambini per la vita.
Grazie alle bibliotecarie di Iglesias, Clara Congia e Daniela Sanna, all’Amiministrazione Comunale, a Vittoria Negro.
Il vostro abbraccio, che per noi viene ormai da molto lontano, è stato davvero speciale. Ci ha accolto nel mondo della lettura, facendoci un dono prezioso. Perché quando si amano i libri, non si è mai soli e mai infelici. Grazie.
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