venerdì 25 maggio 2018

Noi genitori: La nostra scuola è...un'aula aperta.

Simona, questa volta ci siamo davvero.
Cinque anni intensi, emozionanti, coinvolgenti sono giunti al termine. Cinque anni di scelte entusiasmanti, forti ma consapevoli davanti alle quali ci siamo raccontate, ci siamo ascoltate e i nostri sguardi tanto diversi hanno saputo sempre incontrarsi senza scorciatoie. Cinque anni dove personalmente sono cresciuta, dove insieme a mio figlio ho imparato tanto e ho deciso in quale scuola credere, quale scuola costruire, quale scuola sostenere. 
Una scuola in una maestra che ha permesso a mio figlio di essere imperfetto. Felicemente imperfetto, nella sua storia differente, nella sua unicità.
Che mai ha considerato l’imperfezione come ostacolo ma come splendida opportunità, una vera risorsa. E con dedizione e rispetto ha lavorato per modellarla, correggerla e rifinirla scavando con cura e pazienza dentro Sebastian come fosse un minatore di talenti. Che è stata in questo una provocatrice della realtà e senza mai illuderlo, con grande onestà gli ha insegnato che a scuola, come nella vita, quello che davvero conta non è vincere, ma è avere sempre il diritto di provare. Di cadere, di rialzarsi. Di sbagliare, di rimediare. Di fermarsi, di ricominciare. Di non arrendersi, mai.
È così che Sebastian ha imparato, con determinazione, freschezza e serenità, non allontanando mai il sapere dall’esperienza di sé, trovando sempre il senso e il valore in tutti gli apprendimenti che tu sai, Simona, sono stati conquistati davvero tutti. E direi anche di più. Perché l’insegnamento più alto, straordinario che ha ricevuto è il riuscire a spendere la sua conoscenza nei nuovi contesti che incontrerà, nella vita di tutti i giorni.
Ecco, guardando mio figlio, se mi chiedi cosa è la scuola, quale debba essere il suo ruolo, posso solo rispondere con queste parole: è altro rispetto a noi famiglia, è il luogo che ti restituisce un figlio tutto intero, a noi, perfettamente imperfetto. Il luogo dove la scoperta è il metodo, la conquista; il luogo che ti conduce altrove, di fronte al nuovo, all'inaudito, all'imprevisto e che sa sempre ritrovarti, accompagnarti e presentarti al mondo come un libero discepolo...

Cara Isa, troppe volte ci siamo chieste cosa fosse la scuola per noi genitori, ed io sono quella mamma che per capirlo ha prima dovuto scavare dentro se stessa e domandarsi: chi sono io e cosa sono stata per la scuola?
Sono quella mamma che quando ha iscritto Anna nella prima classe della scuola primaria sperava che la bambina potesse incontrare anche solo la metà della magia, della bellezza e del sapere che ella stessa aveva vissuto alla scuola elementare.
Sono la stessa mamma che adesso riflette sulla straordinarietà del percorso scolastico intrapreso dalla figlia, un cammino che inizialmente ha suscitato incertezze: ciò che non si conosce, prima di poter essere apprezzato, incute paura! Che ringrazia di aver avuto la pazienza di aspettare, la voglia di crederci, di fidarsi, di mettersi in gioco soprattutto, perché oggi scopre un traguardo insperato: una scuola che è stata preziosa opportunità per la bambina ma anche per se stessa che, in quanto adulta, si è trovata a osservare la scuola con occhi nuovi, a riflettere su come il mondo che ci circonda e i bambini attualmente impongano nuove strategie, attenzioni specifiche e mirate, a rivedere alcune sue convinzioni decisamente superate.
Sono quella mamma che per cinque lunghi anni si è sentita dire che la fortuna della figlia è stata di avere una maestra che non dava compiti, e che ora sorride ripensando a tutte le consegne aperte, mai obbligate ma scientemente facoltative, che erano ben più impegnative, in termini di tempo e di concetto, dei consueti esercizi matematici e grammaticali. Alla scelta consapevole di tagliare alcune parti del programma di storia per privilegiare la lettura di eventi storici come la prima guerra mondiale e il voto alle donne, la Shoah, la seconda guerra mondiale, la liberazione e l’Unità dell’Italia, la Brexit..., fornendo un panorama storico ben più ampio e completo. Alla rilevanza attribuita al significato di alcune feste nazionali che, ridotte a un mero giorno di ferie, dovrebbero esaltare l’interesse per l’educazione civica, materia saggiamente dimenticata in quanto foriera di comportamenti e punti di vista tanto coraggiosi quanto scomodi.  
Sono la stessa mamma che ha seguito con attenzione il lento insegnamento della lettura per il diletto che dà il semplice leggere. Che ha apprezzato il coraggio di aprire la porta dell’aula ai genitori tutti, ma soprattutto a uomini e donne, del nostro presente quanto del passato più remoto, per raccogliere - attraverso le parole dai medesimi pronunciate o da altri narrate - le loro storie: di vita, di libri, di scritti, di conoscenza, di eroica disobbedienza...
Ebbene, Isa, se mi chiedi cosa sia per me la scuola...sono la mamma che, in questo giorno, risoluta ti risponde che la scuola è quella che non fornisce un pensiero precostituito, quasi a voler essere sempre più dogmatica, ma stimola le emozioni, le capacità, la creatività dei bambini per organizzare un sapere che prenderà forma solo in un secondo momento. Un luogo dove tutti possono trovare il proprio spazio senza sentirsi esclusi o perdenti; dove si sperimenta il gruppo perché quando si lavora congiuntamente l’alchimia che scaturisce dall'insieme è sempre maggiore della somma dei singoli componenti. Che non insegna colmando la mente degli studenti di mille nozioni che nel tempo verranno inevitabilmente dimenticate, ma per solleticare la curiosità dei bambini in quanto – come mia figlia Anna ha compreso a fine percorso - la filosofia (che altro non è che l’amore verso la conoscenza) nasce dalla meraviglia!

1 commento:

  1. siete due genitori stupendi! non solo per quello che dite, ma perchè dalle vostre parole si avverte tutta la riconoscenza, la ricchezza, la passione, la competenza che una scuola deve saper dare. E sentire che i genitori lo riconoscono è il miglior riconoscimento...dopo quello dei bambini.
    Con voi i vostri bambini non saranno mai persi!

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