Mercoledì, avevo proposto ai bambini l'autovalutazione quadrimestrale da svolgere con il supporto della famiglia, illustrando e consegnando per casa le tabelle allegate al nostro Piano Triennale dell'Offerta Formativa (PTOF), integrate da tre colonne dove, a destra dei descrittori, potessero inserire le loro crocette.
I bambini, felici, ma anche molto emozionati da questa consegna particolare, hanno portato a casa la loro busta gialla e l'hanno riaperta fermandosi sul contenuto con i loro genitori.
Non è stato un compito facile, l'hanno detto tutti, e io lo sapevo bene. A nessuno è stato possibile passare su questa proposta leggero. Eppure ogni bambino, dopo aver ragionato sul significato di ogni valutazione, ha messo le sue crocette e, nel farlo, ha riflettuto sulle sue conquiste, ma anche su tutto ciò su cui deve ancora lavorare.
Poi è arrivato il tempo della restituzione e, qui, ho capito che era necessario un momento successivo.
I bambini, felici, ma anche molto emozionati da questa consegna particolare, hanno portato a casa la loro busta gialla e l'hanno riaperta fermandosi sul contenuto con i loro genitori.
Non è stato un compito facile, l'hanno detto tutti, e io lo sapevo bene. A nessuno è stato possibile passare su questa proposta leggero. Eppure ogni bambino, dopo aver ragionato sul significato di ogni valutazione, ha messo le sue crocette e, nel farlo, ha riflettuto sulle sue conquiste, ma anche su tutto ciò su cui deve ancora lavorare.
Poi è arrivato il tempo della restituzione e, qui, ho capito che era necessario un momento successivo.
Così, ieri, modificando il programma della giornata, ho organizzato i colloqui individuali, in cui gli unici invitati erano loro: i bambini.
Ho allestito un banchetto fuori dall'aula e, dopo aver organizzato un'attivita in classe con la collega, mi sono spostata per poi chiamarli uno alla volta. Qui, ad aspettarli c'era una sedia a fianco alla mia, la loro valutazione, la mia griglia riepilogativa e i loro lavori.
I colloqui sono partiti prendendo in mano la loro autovalutazione che, nella maggior parte dei casi, coincideva in modo sorprendente con la mia. L'abbiamo vista insieme, punto per punto, in modo che i bambini potessero illustrare le loro scelte. Io ho confermato o ho offerto il mio parere diverso, spiegandolo con cura e, quando necessario, rivedendo insieme i loro lavori. In questi casi, ho preso in mano un colore verde e ho appuntato nuove crocette in corrispondenza ai descrittori più adatti. Ho offerto consigli, ascoltato e risposto alle loro domande, e poi ci siamo lasciati con un bacio. A ognuno di loro il compito di chiamare il compagno successivo.
Un tempo indimenticabile. A poco più di due anni dal loro ingresso alla scuola primaria, i miei bambini erano lì, al mio fianco, ad affrontare in prima persona e con incredibile serietà un impegno tanto grande.
Mi è sembrato di fare i colloqui per la prima volta.
Alla fine ero proprio soddisfatta. Volevo che questo inevitabile incontro quadrimestrale con i voti, lo facessero avendomi al loro fianco, desideravo che sia loro che i genitori conoscessero cosa sta dietro un voto e la difficoltà di attribuirlo. Ho cercato un percorso condiviso.
Certo, anche in questi giorni abbiamo fatto tanta scuola dai tempi invisibili, ma su questi ritornerò.
Dai testi brevi composti in primissima mattinata, sul modello "Nulla dies sine linea" (ricerca guidata da Benedetto Vertecchi)
Iglesias, 4 febbraio 2016
Ieri sono tornata a casa con una busta gialla... con dentro una scheda per l'autovalutazione che mi emozionava un po' perché c'erano, per la prima volta, i voti.
Era un lavoro da fare con i genitori, ma eravamo tutti molto indecisi se mettere dieci o voti più bassi, però, alla fine, abbiamo messo il voto più adatto a me.
Oltre ai voti, c'erano anche i giudizi (a cui eravamo abituati); io, mia madre e mio padre però eravamo comunque indecisi perché anche se i giudizi erano pochi mi sembravano tantissimi, infatti prima di mettere giudizi e voti abbiamo riflettuto molto perché non si devono mettere i voti senza sapere che cosa significano. Perciò siamo rimasti molto tempo per decidere che cosa mettere.
Ma questa lunga riflessione è servita perchè facendolo ci ha portato a rileggere e ad esprimere le nostre idee al meglio per comprendere le idee degli altri, ad unire le nostre idee e a formarne altre che sono andate d'accordo tra loro e il che significa che ci hanno indicato la strada per mettere la cosa più giusta che tutti noi credevamo.
Alla fine ero molto contenta perché abbiamo fatto una scelta che andava bene per tutti e che ci ha fatto, appunto, tutti contenti e molto felici. (Chiara)
Al post "Noi genitori: la mia restituzione alla consegna particolare"
Dai testi brevi composti in primissima mattinata, sul modello "Nulla dies sine linea" (ricerca guidata da Benedetto Vertecchi)
Iglesias, 4 febbraio 2016
Ieri sono tornata a casa con una busta gialla... con dentro una scheda per l'autovalutazione che mi emozionava un po' perché c'erano, per la prima volta, i voti.
Era un lavoro da fare con i genitori, ma eravamo tutti molto indecisi se mettere dieci o voti più bassi, però, alla fine, abbiamo messo il voto più adatto a me.
Oltre ai voti, c'erano anche i giudizi (a cui eravamo abituati); io, mia madre e mio padre però eravamo comunque indecisi perché anche se i giudizi erano pochi mi sembravano tantissimi, infatti prima di mettere giudizi e voti abbiamo riflettuto molto perché non si devono mettere i voti senza sapere che cosa significano. Perciò siamo rimasti molto tempo per decidere che cosa mettere.
Ma questa lunga riflessione è servita perchè facendolo ci ha portato a rileggere e ad esprimere le nostre idee al meglio per comprendere le idee degli altri, ad unire le nostre idee e a formarne altre che sono andate d'accordo tra loro e il che significa che ci hanno indicato la strada per mettere la cosa più giusta che tutti noi credevamo.
Alla fine ero molto contenta perché abbiamo fatto una scelta che andava bene per tutti e che ci ha fatto, appunto, tutti contenti e molto felici. (Chiara)
Al post "Noi genitori: la mia restituzione alla consegna particolare"
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