giovedì 24 novembre 2016

Manola

Questa mattina, per l'ennesima volta, arriverà in classe una nuova insegnante di sostegno. Io non posso fare a meno di esprimere il mio disappunto per una scuola che, nonostante tutto, continua a non trovare la strada per offrire figure di riferimento stabili proprio laddove la specificità dei bisogni dovrebbe vederle garantite. E, non mi vergogno a dirlo, mi trovo a vivere lo stesso disagio dei bambini.
Fermo restando che accoglieremo con gioia qualunque nuovo insegnante, è impossibile negare che ogni volta è necessario tanto tempo: ai bambini, per gestire il distacco e costruire un nuovo rapporto di fiducia; a noi, per far conoscere la nostra organizzazione e il nostro fare scuola che, ne siamo consapevoli, risulta abbastanza particolare, e per costruire una nuova relazione professionale che veda valorizzare ogni presenza a vantaggio di tutti.
Oggi, poi, sarà particolarmente difficile perché a lasciarci è Manola. A qualcuno potrà sembrare strano quello che dico, perché lei era con noi solo da un mese, non aveva specializzazione per il sostegno e aveva pochissima esperienza, come lei stessa ha espresso quando ci hanno presentate. Ma Manola, mi permetto di dirlo, aveva le caratteristiche giuste, aveva e ha, per la fortuna di chi la incontrerà, tutto ciò che è necessario per essere una brava insegnante.
Il giorno che l'ho conosciuta, alla sua preoccupazione, unita alla nostra che vivevamo un momento molto particolare, ho risposto solo: - Non preoccuparti. L’assenza di esperienza non è un problema, anzi, nel nostro caso può essere un vantaggio. Tu inizia osservando, e guarda i bambini. Loro ci dicono tantissimo su ciò che è necessario sapere. E poi noi siamo qui. Non sei sola, lavoreremo sempre insieme.
Lei ha fatto proprio cosi. È entrata in classe in punta di piedi, ha cercato con attenzione la posizione e lo spazio giusto per osservare, rendendosi utile allo stesso tempo. Ha capito da subito che non era lì per un bambino, ma per la classe. Ha osservato il nostro modo di fare scuola e tutti i bambini, ha letto i bisogni specifici e ha chiesto ogni volta che aveva bisogno di sapere, che voleva capire, e poi è partita. Una mattina si è presentata in classe con un quadernone con le sue proposte e ce le ha mostrate.
In un mese, Manola ha partecipato a diversi incontri, ha fatto un verbale GLH e un PEI, ha collaborato alla condivisione della relazione bimestrale e ai diversi PDP, ha indagato le strategie metodologiche usate in classe, domandando tutto, aspettando sempre il momento in cui era possibile farlo, ha espresso curiosità e meraviglia. Ha partecipato a tutte le proposte e ha avviato un percorso sistematico con un sottogruppo. Un percorso preparato con attenzione, dopo aver condiviso e ascoltato i consigli in sede di programmazione. Ha letto tutto quello che poteva passarle tra le mani, ci ha chiesto copie per soffermarsi sulle cose, per poterle capire e farne risorsa per il futuro.
Ieri pomeriggio, quando abbiamo saputo che aveva perso l’incarico, stavamo per iniziare l'interclasse e ci siamo ritrovate tutte con gli occhi lucidi. Proprio ieri mattina, ormai a più di due mesi dall'inizio di un anno che ci ha messo davanti a tante nuove sfide, dicevamo che eravamo riuscite a diventare squadra. Lo abbiamo detto fra di noi, lo abbiamo detto con i bambini e stava scritto nella relazione che stavamo per presentare.
In tutto questo, Manola, ieri sera ci ha regalato le parole più belle:- Questa era la scuola per me. Questa era la scuola di cui avevo bisogno per imparare.
Te l'ho detto ieri, e te lo ridico questa mattina all'alba, rinnovandoti il mio abbraccio: - Grazie per questo mese, per quello che hai espresso. La nostra porta quando si apre, non si chiude più. Torna per confrontarti, torna per programmare con noi. Ci piace nutrirci di scambi professionali e questi continuano ad essere possibili.
Proprio in questi giorni lavoravo sulla figura del docente per un articolo. Mi chiedevo, e chiedevo a diversi colleghi, che cosa sia a renderci l’insegnante che siamo. La nostra formazione? Le nostre caratteristiche personali? Un incontro particolare? In te, credimi Manola, ho letto la risposta. Credo che più di tutto contino le tue qualità: attenzione, curiosità, desiderio di capire, di trovare strade e tanta voglia di fare.
Per questo, ti faccio i miei più cari auguri. Hai tutto ciò che ti serve e spero che porterai con te questo mese. Ieri mi sono commossa davanti alle parole che ti ha rivolto Maria Efisia: - Dovunque andrai, adesso sai che è possibile un altro modo di fare scuola. Proveranno a dirti che non è così, ma tu lo sai e non lasciarti convincere.
Io aggiungo solo ciò che ormai sai già: - Quando tutto ti sembrerà difficile, ricorda che è sufficiente imparare a mettersi il mantello.
Da me e da tutte noi, un abbraccio carico di bene.

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