Lo raccontavo da poco a un corso. Da insegnante, ci sono momenti ai quali non mi abituo mai, che non smettono di sorprendermi e che continuano a emozionarmi. Sono quelli in cui libero, in cui passo la palla ai bambini e gliela lascio tutta senza cercare il controllo. Quelli in cui tutto ciò che faccio è cercare un angolo dal quale poter osservare con attenzione, assaporare ogni cosa, per poi fermarla con qualche immagine e appuntando ciò su cui sarà necessario tornare.
Così è stato oggi con le bambine che avevano assunto l'incarico di presentare Grazia Deledda alla classe in occasione della Giornata della donna. Una presentazione? No, in realtà tanto di più. Ormai è da un pezzo che i bambini non pensano al presentare fine a se stesso, ma che progettano dei veri e propri percorsi in cui si alternano proposte diverse, e dove l'operatività non è mai assente.
Perciò, questa mattina, eccole davanti a noi, Miriam e Lucilla, disinvolte e organizzatissime: con loro le slide attentamente progettate, una serie di libri e tutti i materiali predisposti con cura per le diverse attività. Niente è lasciato al caso.
Aprono la loro lezione condividendo il programma della mattinata e chiarendo che - proprio come facciamo con te, maestra - i compagni devono sapere bene cosa proporremo loro, step dopo step.
E poi iniziano: offrono informazioni, si fermano su frasi significative, lanciano video, mostrano immagini, testi, propongono attività sul libro di Cosima trovando strategie che rendano possibile un avvicinamento adatto alla loro età. Sono passaggi smontati da ricostruire, da collegare con quelli assegnati agli altri gruppi e sono l'invito, data una pagina, a trovarvi la poesia nascosta con la tecnica del caviardage.
Non trascurano niente, davvero niente, tanto che alla fine non dimenticano di lasciare spazio alla fase della restituzione che prevedono in due momenti, uno in gruppo e uno individuale, aiutandosi, per quest'ultimo, con dei biglietti.
Come dico sempre, credo molto nel mio impegno e nelle mie scelte didattiche, ma non mi sono mai permessa di sostenere che siano le più efficaci, credo che sia davvero difficile avere risposte a breve termine. Ciò che so è che è meraviglioso respirare tanta motivazione, intraprendenza, capacità organizzativa. E so che, ancora una volta, nessuno, proprio nessun bambino, sarà rientrato a casa senza portarsi via la ricchezza di ciò che entrato in classe.
Oggi era la storia di una donna straordinaria, Grazia Deledda, di cui tratterremo un insegnamento fondamentale: per realizzare i propri sogni, al di là di dove sei nato, al di là del genere, al di là di ciò che gli altri si aspettano da te, conta la forza con cui credi nei tuoi sogni. Conta la determinazione.
A me, per ora, basta così.
Alle foto della mattinata
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