Continuo a leggere di una grande preoccupazione legata all'incapacità dei nostri ragazzi di scrivere e del fatto che sopravvivono fino all'Università errori ortografici che dovrebbero essere superati nei primi anni della scuola primaria.
Buffo che questo sia effetto proprio di una scuola dove si scrive di continuo, dei tanti compiti per casa (siamo ancora alla scuola quadernocentrica che sacrifica tutto pur di lasciar traccia) e di una quantità abnorme di libri di testo.
Non sarà che per imparare a scrivere bene occorra, prima di tutto, creare amore per la lettura e offrire tante occasioni per parlare, confrontarsi? E non sarà che a regole ed esercizi fuori contesto, come pure alle correzioni dell'insegnante fatte fuori scuola, sia opportuno privilegiare tanti momenti di riflessione sulla lingua in classe, attenti ai bisogni, e la promozione di attività di autocorrezione e revisione tra pari?
Io credo che tanto stia nel convincersi che in una scuola che vuole costruire non si possa avere paura di perdere tempo, piuttosto si debba imparare ad affinare una competenza fondamentale per un insegnante: quella di saper scegliere e di saper sostare su quello che conta.
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