A volte, a essere maestri di bambini tanto piccoli, si diventa rifugio fisico. Prendono le tue mani per mettere dentro le loro; ti cercano come corpo che accoglie, rifugio sicuro, per farsi avvolgere, cancellare i momenti di paura e le loro tristezze. Aspettano le tue labbra che soffiano sulle ferite, che le baciano.
E come arrivano, vanno. Il tempo di rasserenarsi e tornano tra i compagni, recuperano il loro spazio, perché tanto sei lì, sanno che ci sei, e sanno che al momento giusto ti troveranno ancora.
Già, loro, i piccolini, sono così. E tu ti accorgi che ti piace che ti trovino, ti piace farti morbida per accoglierli, farti spazio; sentire che, nonostante il tempo, la tenerezza si impossessa ancora di te a ricordarti che non è possibile essere maestri senza sentirli, senza esserci completamente, senza amarli.
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