venerdì 5 luglio 2019

A proposito della nostra consegna aperta...

A proposito della nostra prima vera e propria "consegna aperta", illustrata il 24 giugno, è con piacere che condivido il post con il quale, il 4 settembre 2018, Riccardo Gazzaniga ha accompagnato l'uscita del suo libro sulla sua pagina fb.
Riccardo Gazzaniga, Abbiamo toccato le stelle. Storie di campioni che hanno cambiato il mondo, Rizzoli.


Ed eccolo!
Finalmente è in libreria "Abbiamo toccato le stelle.".
E io vi chiedo due minuti di tempo, per leggere questo post.
Tre anni fa, nella calda estate del 2015, scrissi per Facebook e il mio sito la storia di Peter Norman, “L'uomo bianco in quella foto” di Messico 1968.
Quel pezzo scatenò conseguenze irripetibili: è stato letto da milioni di persone nel mondo e tradotto in 10 lingue, è stato inserito sul sito di John Carlos, uno dei due atleti neri che erano nella foto con il pugno chiuso, ha ispirato spettacoli teatrali e T shirt, è divenuto un caso mediatico mondiale e si è trascinato dietro messaggi di affetto e insulti razzisti, minacce di azioni legali e improbabili proposte di film hollywoodiani.
È stato ripreso da giornali, riscritto, citato, molte volte copiato senza nemmeno una parola di ringraziamento. Lo trovate ancora oggi, qui:
https://riccardogazzaniga.com/luomo-bianco-in-quella-foto/
La soddisfazione che mi regalò quell’articolo e l’interazione che accese con il pubblico, mi ha spinto poi a raccontarvi altre storie, qui sul web, con una continua crescita di lettori.
Lo dico chiaro: per quei pezzi non c'è mai stato nessun guadagno, per me, a parte la visibilità delle pagine e il contatto con i lettori.
Zero, non un singolo euro. Non c'era pubblicità, non c’erano sponsorizzazioni, non c’era nessun introito, solo ore, giorni, settimane di lavoro.
Del resto non avevo alcun obiettivo, volevo solo raccontare cose ai lettori, perché i romanzi richiedono tempo e lunghe gestazioni, ma il pubblico ha bisogno di storie.
Però molti di voi insistevano, non si accontentavano dei pezzi sul web, mi dicevano “devi farne un libro”, ma io non sapevo come accontentarli, pensavo fosse impossibile perché erano storie eterogenee, buttate fuori come capitava.
Poi, grazie ai consigli di mia moglie e del mio agente Stefano Tettamanti e alla fiducia di Alessandro Gelso di Rizzoli, abbiamo avuto un'idea: c’era un doppio filo comune, in alcuni pezzi, ed era il binomio sport-valori.
Si poteva farne un libro che potesse parlare a ragazzi e adulti, genitori e figli, usando lo sport per affrontare temi etici e sociali.
Così dei miei pezzi ne ho scelti 10, rivedendoli, riscrivendoli. E poi ne ho scritti altri 10, nuovi.
A Rizzoli hanno incaricato un bravissimo disegnatore che si chiama Piero Macola di creare una tavola originale per ciascuna storia, poi hanno montato tutto il libro cercando la soluzione migliore, più fruibile e insieme esteticamente vincente.
E adesso il libro è qui e, scusatemi, lo dico come un genitore orgoglioso del figlio, è proprio bellissimo.
È anche un libro politico, in fondo, perché in questo momento in cui parole di odio rimbalzano ovunque, raccontare di lotta alla discriminazione razziale e di genere e sessuale, scrivere di disabilità e diritti dei malati, di dittature e oppressione, di uguaglianza e giustizia, diventa un atto politico.
Nel libro ci sono Mohammad Ali che lottò per i diritti dei neri con Vera Caslavksa che si oppose alla dittatura comunista e con Johan Trollman che affrontò il mostro nazista.
C’è la nuotatrice siriana Yusra Mardini divenuta migrante e costretta a salvarsi la vita nuotando nel mar Egeo e c’è Alex Zanardi, capace di iniziare una nuova vita nell'attimo in cui stava per perdere quella vecchia, che è stato così gentile da co-scrivere la sua storia con me.
C’è Emile Griffith, pugile gay costretto a nascondere per anni il suo amore per gli uomini. C’è Terry Fox, che il cancro aveva privato di una gamba ma non della voglia di sognare, c’è Surya Bonaly pattinatrice sul ghiaccio che dimostrò che ogni ragazza poteva aspirare a diventare principessa, anche se il mondo le si opponeva e il colore delle pelle era quello “sbagliato”.
C’è Gino Bartali che utilizzò la sua bici e la sua fama per salvare centinaia di ebrei dal martirio e c’è Jermain Defoe che ha demolito l’immagine di superstar del calcio per farsi persona qualunque e unica, nel nome di un bimbo malato.
Sono storie che raccontano di uomini e donne coraggiosi, disposti a inseguire non solo il trionfo, ma anche il tentativo di fare la cosa giusta.
A questo punto io ho finito: sono i lettori a decidere il destino di un libro, scegliendo se comprarlo o meno.
“Abbiamo toccato le stelle” costa 16 euro, ma si trova anche a metà prezzo in formato ebook.
Se lo comprerete, grazie, è un dono che mi ripaga di tanti sacrifici e che accetto con gioia, dopo tanti anni di narrazioni gratuite qui sulla pagina.
Se non è di vostro interesse, ma vorrete condividere la notizia o consigliarlo ad amici che potrebbero essere interessati, ve ne sarò grato ugualmente.
Le ultime righe per ringraziare di cuore tutti quanti mi hanno scritto e incitato, quando il pensiero di un libro sembrava impossibile. 
 Ma “Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo.
Impossibile non è un dato di fatto, è un'opinione.
Impossibile non è una regola, è una sfida.
Impossibile non è uguale per tutti.
Impossibile non è per sempre.
Niente è impossibile". (Muhammad Ali)

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