venerdì 25 giugno 2021

Forse non c'è davvero mai una situazione in cui non gli facciamo niente

Tra i tanti messaggi arrivati in questi giorni dagli ex alunni alle prese con i vari esami o dai loro familiari, ce n'è uno che mi ha ricordato una cosa importante. Non esprime gratitudine per gli apprendimenti, ma per avere insegnato alla propria figlia a lavorare con gli altri e la cura per l'altro, che si sono fatti pratica costante, diventando parte di lei.
Ho pensato allora che se è vero che ci sono tante situazioni - e questa lo è - in cui un insegnante sa bene che "i risultati" sarebbero arrivati comunque, in qualunque scuola, con qualunque insegnamento, c'è qualcosa che facciamo e che possiamo fare anche con chi ha meno bisogno di noi. Ed è proprio costruire il dialogo continuo tra storie diverse, insegnare il fare insieme e educare a prendersi cura l'uno dell'altro.

Sono messaggi, questi, che mi dicono ancora di più quanto certe scelte educative e didattiche contino.
Se la scuola che facciamo, le strategie che incontriamo possono non modificare gli apprendimenti che arriveranno, cambiano la persona che sarò.

Grazie a chi questa mattina me l'ha ricordato e grazie a quei bambini e a quei genitori che fanno sì che certe convinzioni e certe pratiche si spostino a creare quelle belle contaminazioni che i progetti di continuità faticano ad accogliere.

Peccato che tutto questo, che dovrebbe essere così importante per costruire una società solidale, sfugga all'interesse dei valutatori, così come sfugge ai più il valore di quel tanto tempo invisibile che costituisce il più prezioso degli investimenti.

Per me, la scuola è questo. È quella che mette al centro la Cittadinanza giorno dopo giorno e che guarda a questa come la competenza delle competenze.

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