domenica 13 giugno 2021

È non è

 

Venerdì, quando ci siamo salutate, hai raccontato ai bambini del nostro primo giorno da maestre insieme.
Hai detto loro dei tuoi timori a lavorare con me e di come siano sfumati tutti davanti a quel braccio intorno alla vita con il quale ti ho accolto e tenuta stretta presentandoti ai bambini del precedente ciclo.
Hai detto loro che in quel momento hai capito che lì dentro ci saresti stata bene.

Quello che non potevi raccontare è quanto ho trovato io in quell'abbraccio che non si è mai interrotto.
Che cosa ho provato nello scoprire che, pur venendo da storie professionali tanto diverse, assegnavamo alla scuola lo stesso compito e guardavamo ai bambini, nessuno escluso, allo stesso modo. E il tutto senza mai bisogno di troppe parole.

Allora non sapevamo che venivamo da vissuti umani vicini e che, con buona probabilità, sono stati quelli a rendere così simili i nostri sguardi. Che sono stati quelli a dirci che cosa conta davvero a scuola, come nella vita. A che cosa prestare attenzione, che cosa tenere fuori.

Abbiamo vissuto anni intensi, costellati di esperienze importanti e di tanti momenti difficilissimi, che abbiamo affrontato sempre insieme.
Ma, più di tutto, a innamorarci è stato il quotidiano. Tutte quelle volte in cui ci siamo ritrovate con l'urgenza di un'osservazione esterna per apprezzare insieme le conquiste di ogni bambino e sempre quel prendersi cura l'uno dell'altro che ci ha regalato le emozioni più intense (come Miriam e Alessio, impossibile dimenticare…)

E nonostante il nostro incontro sia arrivato per te a pochi anni dal pensionamento, mai hai detto no a una proposta, neanche a quelle che rimettevano in discussione tutto e che a chiunque avrebbero chiesto prudenza.
Abbiamo condiviso ogni scelta e le hai assunte tutte completamente, assaporandone le gioie, ma anche gli effetti, non sempre di semplice gestione.

Intanto, si srotolavano le nostre vite, con cambiamenti importanti, perdite, e le tante fatiche che sono riservate a chi costruisce legami e a chi sente troppo come noi.
E qui, oltre alla collega, ho trovato l'amica saggia, che ha saputo essere accogliente e un riferimento stabile. Mai niente è stato oggetto di giudizio o di una parola di troppo.

Sei mancata tantissimo quest'anno, Maestra. E tanto mancherai negli anni a venire.
Ma è arrivato il tempo di dare spazio a un'altra fase della vita e io ti auguro che sia attenta e generosa con te, come tu lo sei stata sempre con i bambini e con tutte le persone che hai incontrato.

C'è un posto dal quale non ti potrà spostare niente e nessuno. E tu sai bene qual è. 

Sono in piedi. Grazie, Maria Efisia, Maestra del mio cuore.

È non è

È una passione giocosa
un buon sentimento
uno sguardo e un pensiero
che non si riposa
È la vita che accade
È la cura del tempo
È una grande possibilità.
Non è una sfida.
Non è una rivalsa.
Non è la finzione di essere meglio.
Non è la vittoria l'applauso del mondo
di ciò che succede il senso profondo.
È il filo di un aquilone
un equilibrio sottile
non è cosa ma è come
È una questione di stile
non è di molti né pochi
ma solo di alcuni
È una conquista una necessità.
Non è per missione
ma nemmeno per gioco
Non è "che t'importa"
Non è "tanto è uguale"
Non è invecchiare cambiando canale
Non è un dovere, dovere invecchiare.
Sentire e fare attenzione
ubriacarsi d'amore
è una fissazione
è il mestiere che vivo
e l'inchiostro aggrappato
a questo foglio di carta
di esserne degno
è il mio tentativo.


Nicolò Fabi

1 commento:

  1. Carissima Enrica, è arrivato il momento di concludere il mio viaggio con te. Ricordo ancora il giorno del nostro primo incontro, e quella stretta sui fianchi che per me, da subito, ha significato “io ci sono, cammineremo insieme”. Da lì ho capito che stavo incontrando una persona speciale, e così ti sei rivelata: sempre pronta ad accogliere, incoraggiare e a porgere l’aiuto a chiunque ne avesse bisogno. In te ho trovato una collega colta, sempre aggiornata e dallo sguardo lungo, dedita con infinita passione al lavoro, all’educazione dei bambini e al loro bene. In tutti questi anni trascorsi al tuo fianco ho imparato, ancor di più, ad amare la scuola, perché tu la fai amare a grandi e piccoli, trasmettendo a tutti il piacere di conoscere, imparare, sperimentare e condividere; condizioni che consentono all’individuo di crescere libero e muoversi nel mondo con la consapevolezza che tutto può essere affrontato.
    Sono stati anni intensi, talvolta difficili, ma sempre ricchi di impegni ed esperienze straordinarie che ho vissuto pienamente, sempre motivata a far parte della tua squadra. Di tutto questo tempo trascorso insieme porto dentro tanti bei ricordi, ma per sempre mi faranno compagnia il clima accogliente e sereno che ho respirato in classe, con bambini esposti, grazie a te, a un’azione educativa ispirata sempre ai principi di lealtà, tolleranza, solidarietà e rispetto. Tutto questo è stato per me fonte di rigenerazione continua. Porterò dentro il ricordo di alcune esperienze che mi hanno segnato umanamente e professionalmente. Grazie alla tua grande intuizione di “Aula aperta” ho scoperto la bellezza dell’alleanza educativa tra scuola e famiglia, priva di pregiudizi e basata sempre sul rispetto reciproco. Non posso, inoltre, dimenticare l’emozione dei “Colloqui con i bambini”: mai avrei immaginato di assistere alle conversazioni, in cui bambini anche molto piccoli fossero in grado di riconoscere i propri punti di forza e di debolezza, ed essere altrettanto capaci di offrire il proprio contributo per il superamento delle difficoltò riconosciute. Esperienza straordinaria!
    Ora voglio esprimere il mio speciale grazie a tutti i ragazzi del ciclo precedente e di questo ciclo, per la loro pazienza, per la calda accoglienza, per i tanti baci, sorrisi e abbracci che mi hanno regalato, sempre sinceri e pieni di affetto.
    Grazie per i piccoli e grandi successi conquistati navigando sempre uniti e sempre pronti a sacrificarvi per l’altro.
    A te maestra Enrica, a voi care colleghe e a voi genitori, dico che avrei voluto fare di più e meglio. Non so cosa esattamente cosa io sia riuscita a fare e cosa abbia dato alla scuola… Di certo so che ho provato un immenso piacere a lavorare con voi, a starvi vicino, a cercare di capirvi e sostenervi sempre. A me, da voi tutti, è arrivato tanto bene che mi ha arricchito come maestra, donna e mamma. Per tutto questo vi giunga la mia infinita riconoscenza e gratitudine.
    Cara Enrica, non è facile trovare le parole giuste per ringraziarti.
    Ti porterò sempre nel cuore. Non dimenticherò le lunghe e belle chiacchierate, le risate, le lacrime e gli sguardi di intesa che talvolta significavano molto più delle parole.
    Grazie per tutto ciò che hai fatto per me, per l’incoraggiamento e il sostegno che non sono mai mancati.
    Grazie per essere stata una collega generosa, attenta e sincera, ricca di valori che sai trasmettere sempre a tutti.
    Grazie per le tante volte che hai rinunciato a tornare a casa per trascorrere con me la pausa pranzo.
    Per questo, e per tutto il resto che porto nel cuore, GRAZIE.

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