Nella scuola si parla ormai da tanto di curricolo verticale, in
qualche scuola lo si è costruito con confronti professionali significativi ed è
diventato un riferimento importante; in altre è stato considerato un semplice
adempimento burocratico e per questo predisposto da piccoli gruppi e subito
dimenticato.
Eppure il curricolo verticale è lo strumento perché l’insegnante abbia
lo sguardo lungo. E questo cambia tutto anche nel quotidiano.
Aprire una giornata in classe pensando solo “a cosa devo insegnare
oggi”, affrontare un anno scolastico concentrati sul programma specifico o lavorare
in una scuola conoscendo unicamente il percorso dell’ordine e grado in cui si è
impegnati, significa rischiare di perdere il senso del viaggio.
Lo sguardo lungo è un’altra cosa. Lo sguardo lungo è quello che guarda
alle competenze che un alunno deve acquisire al termine del ciclo di
appartenenza e, soprattutto, a quelle che gli saranno necessarie per la vita.
Sembra tutto banale. Cose dette e ridette.
Eppure questo cambia completamente le scelte didattiche.
Conoscere le mete del percorso, è come accompagnare qualcuno in un
luogo che si è già esplorato: saprò bene quali spazi mostrare; quali di questi,
a seconda del tempo a disposizione, potranno essere sacrificati e quali non si
può evitare di scoprire. E quando qualcosa in un angolo ci sorprenderà, saprò come
guidare ad accogliere ciò che restituirà senso al valore complessivo del
viaggio.
Così è per l’insegnante. Chi ha piena consapevolezza del percorso, non
può guardare al quotidiano fine a se stesso, non può guardare alle opportunità
che arrivano dall’esterno non pensando al ruolo che possono avere per la
formazione complessiva, non può perdere di vista la visione tutta intera.
Allora sì che il lavoro del docente si fa davvero intenzionale: il
docente stimola, il docente propone, il docente accoglie, il docente leviga e
dà senso.
E se il mio “programma”, quest’anno, si accontenta che insegni ai
bambini la strumentalità della letto-scrittura, non posso dimenticarmi che il
mio obiettivo è che quegli stessi bambini diventino amanti della lettura e dei
bravi scrittori. Così la mia attività non potrà essere mai isolata da questo
scenario e non sarà mai più solo strumentale; nessun contenuto farà mai una
comparsa unica senza ricorrere più volte e nelle più svariate forme.
E se mentre insegno, avrò la consapevolezza che un pezzo, anche se
curato nei particolari, si apre e prende vita quando, incontrando i pezzi
mancanti, forma l’immagine tutta intera, allo sguardo lungo, accompagnerò uno
sguardo tondo.
La chiarezza che esistono obiettivi trasversali, che il mio è un
percorso tra i percorsi e che le discipline devono entrare in continuo rapporto
di dialogo tra loro perché sono solo un punto di vista dal quale si osserva e
si interpreta la stessa realtà.
Sguardo lungo e sguardo tondo.
Curricolo verticale e curricolo orizzontale.
GUARDA LONTANO E SORRIDI
RispondiEliminaSe dovessi suggerire un motto per aiutare gli educatori nel nostro lavoro, potrebbe essere "Guarda lontano e sorridi". Ci sono due modi per scalare una montagna, C'è chi sale diritto seguendo il sentiero fatto dagli altri o indicato nella guida; tiene gli occhi fissi sul sentiero, per non perderlo; la sua idea fissa è di farcela ad arrivare in cima. C'è invece un altro tipo di alpinista che è ugualmente ansioso di arrivare in cima, ma che guarda più lontano. Guarda avanti a sè ed in alto e vede le varianti che, a causa di frane, si possono fare rispetto al sentiero preesistente, e varia il suo percorso di conseguenza. Di quando in quando si ferma a guardare attorno a sè per rendersi conto della vista spettacolare che ad ogni passo si apre e si dispiega dinanzi a lui; e così il suo animo si riempie di gioia ed entusiasmo, che rende leggero il suo compito e gli dà una rinnovata spinta per continuare. Inoltre, guardando indietro, si rende conto che le colline che ha tanto faticato per superare sono ormai semplici monticelli di talpe, ed ha la possibilità di far segnali agli altri ancora impegnarti nella prima parte della scalata, per dar loro indicazioni e incoraggiamento. Così il secondo alpinista compie la sua scalata con gioioso entusiasmo. Dunque nel nostro lavoro - come del resto in ogni attività - dovremmo guardare avanti, molto avanti, con grande speranza ed obiettivi elevati, e guardare attorno a noi con gioia e buona volontà; guardare indietro con gratitudine per ciò che è stato compiuto, e quindi continuare con rinnovato vigore, con pronto spirito d'iniziativa e con più larga veduta sulla meta ultima che vogliamo raggiungere, aiutando nel contempo gli altri sul cammino.
....Ma quando guardate, guardate lontano, e anche quando credete di star guardando lontano, guardate ancor più lontano!"
Robert Baden Powell
Simona saponetta