Questa mattina, ho ripetuto le stesse parole tante volte a maestra Stefania - Meno male che c'eri tu ad ascoltare, se lo raccontassi, non ci crederebbe nessuno.
Forse, a dirla tutta, se non avessi assistito direttamente, non ci avrei creduto neanche io...
Mi riferisco alla proposta che oggi ho fatto ai bambini in vista dell'incontro nel quale dovremo raccontare la nostra didattica.
Ho aperto un padlet e ho proposto un brainstorming. - Cosa ne dite bambini se partiamo pensando insieme a ciò che secondo noi è importante del nostro modo di fare scuola?
Ho fatto solo questa domanda e non è stato più possibile fermarli. Se io avevo pensato giusto a qualche aspetto da mettere in evidenza insieme a loro, magari soffermandoci sulle fasi dell'agire didattico, gli effetti sono stati molto diversi. I bambini hanno cominciato ad intervenire uno dietro l'altro e, come fiumi in piena, a dire e ad argomentare infiniti particolari che volevano fermare.
Io non riuscivo a credere a ciò che sentivo, a tutti gli aspetti sui quali loro avevano posato lo sguardo e che ora proponevano con consapevolezza all'attenzione di tutti. Non riuscivo a fare a meno di spostarmi alla mia sinistra per avvicinarmi da Stefania e dirle a bassa voce: - Non ci credo, ma ti rendi conto di che cosa stanno tirando fuori?
Lo stupore è durato a lungo, fino a quando, ci siamo arrese completamente alla meraviglia di questa partecipazione attiva e ricca di tutti che rileggeva ogni particolare della nostra vita scolastica, fino a portare dentro anche la relazione educativa.
- La relazione informale! - ha affermato qualcuno.
- Cosaaaaaaaa?????? La relazione informale? - ho chiesto io, mentre il significato arrivava puntuale, portando dentro linguaggio, fisicità e il mio gesticolare.
Difficile spiegare completamente le emozioni di quando vedi ciò in cui credi tornare indietro per investirti di bellezza. So solo che oggi non sono riuscita a smettere di pensarci. Di pensare che è proprio vero: il nostro è un mestiere in cui bisogna investire credendoci, con la pazienza di aspettare, perchè torna tutto.
Soprattutto torna tutto il tempo trascorso a essere davvero accanto a loro a co-costruire percorsi di senso e consapevolezza.
Adesso abbiamo un lavoro da proseguire perchè i bambini possano argomentare nel modo migliore ciò che conta per loro, ma io so che ormai sarà semplice. É già tutto lì, in quel bellissimo muro di parole.
Seguiranno disegni, forse aggiungeremo qualche foto, magari qualche filmato e qualche frase. Chi lo sa?
Ma una certezza c'è. Quello che siamo chiede proprio di essere raccontato.
Grazie bambini. Oggi ci avete regalato un'ora speciale.
Si, è vero. Incredibile.
RispondiEliminaUn’ora in classe, non è mai soltanto un’ora...quando in quello spazio, in quel tempo sono racchiusi percorsi, traguardi, esperienze, idee, saperi, apprendimenti, conoscenze, speranze, sogni, desideri, attese... Quando in quello spazio ci sono dentro ore, giorni e anni, che diventeranno momenti di vita che rimarranno per sempre.