Post di Barbara Ecca
Ecco, è arrivato il momento che ho sempre temuto – ho pensato fra me – quello di dover racchiudere mia figlia dentro un numero.
Dovete sapere che fin dai tempi del liceo, il voto numerico mi ha sempre creato un forte stato d’ansia.
Oggi, invece, mia figlia con una sorprendente serenità mi dice: - Sai mamma, oggi la maestra ci ha consegnato una busta gialla contenente una scheda dove per ciascuna materia insegnata da lei ci sono dei numeri, cioè i voti, accompagnati da una spiegazione. La maestra ci ha raccomandato di compilarla assieme a voi genitori. Dobbiamo leggere attentamente le valutazioni e mettere una crocetta in corrispondenza del voto dove mi sento più vicina, che più mi appartiene.
Aiuto - penso ancora fra me – perché maestra Enrica ci ha voluto affidare questo compito, per noi genitori, tanto difficile?
- Va bene, amore, dopo pranzo ci fermiamo e lo facciamo.
Il pranzo finisce. Mia figlia corre a prendere la busta gialla e la apre.
- Mamma, ecco, io sono pronta!
Io no. Questo il mio pensiero.
Lo stato d'ansia ormai mi sta soffocando, ma senza farmi accorgere dalla bambina prendo coraggio, mi siedo affianco a lei e iniziamo.
- Mamma, guarda, io questi traguardi credo di averli raggiunti tutti in queste materie…
Si ferma e riflette.
Poi riprende: – Però, sinceramente, in queste materie non ancora. In questa, mamma, credo di meritarmi questo voto. Pensi vada bene?
La guardo e commossa ammiro la sicurezza e la fermezza che dimostra nel giudicarsi, nel valutarsi.
Così decido di non intervenire, perché non voglio contraddirla, non voglio sostituirmi al suo pensiero, al suo ragionamento. Perché provo tanta emozione nel vedere la bellezza e la serenità di mia figlia nel riconoscere il voto più giusto per lei.
Una bellezza che riesce a far passare lo stato d’ansia che fino a quel momento mi ha accompagnato.
Poi, penso e rifletto.
Com'è cambiato il ruolo del bambino all'interno della società e soprattutto all'interno della famiglia…
Guardiamo a questo difficile compito, dove il ruolo da bambina si è trasformato per un momento in ruolo di adulto: sapersi giudicare e valutare.
Sapete, ho sempre pensato che il mestiere dell’insegnante sia uno tra i più difficili.
Oggi questo pensiero si è rafforzato ancora di più.
Come si può giudicare, valutare e racchiudere i bambini in un numero?
Il voto in sé, fa star male chi lo mette e chi lo riceve…
Meraviglioso Barbara, ti abbraccio con affetto,
RispondiEliminaSimona Banci
Grazie Barbara, mi ha fatto piacere leggere il tuo post, anche se ho avuto ulteriore conferma dell’ansia che ho generato con la mia proposta.
RispondiEliminaNon mettendo mai voti, era importante, adesso che i bambini stanno crescendo, trovare la giusta strada per "presentarglieli" in modo che potessero affrontare con serenità i casi in cui questo incontro è inevitabile: a fine quadrimestre. Io mi sono interrogata a lungo, poi ho pensato che la cosa migliore fosse muoversi con la stessa logica utilizzata settimanalmente in classe: fare autovalutazione. Contemporaneamente, volevo che la facessero con voi. Mi piaceva che questo “incontro” si traducesse in un’occasione per sedervi insieme e insieme riflettere sugli indicatori che stanno dietro un voto, ma anche su quanto sia difficile racchiudere tutto in un numero.
Insomma, ho scelto di vivere questo passaggio in linea con ciò che faccio sempre, nella chiarezza e nella condivisione.
La serenità con la quale i bambini hanno affrontato la consegna prima, e il colloquio dopo, mi ha fatto pensare di aver fatto una buona scelta.
- Perché maestra Enrica ci ha voluto affidare questo compito, per noi genitori, tanto difficile?
Ritorno alla tua domanda, sperando di non sbagliarmi nel pensare che tutti voi, condividendo questa consegna con i vostri figli, abbiate trovato la risposta.
Ti abbraccio.
Enrica
Vi ringrazio tanto vi abbraccio con affetto.
RispondiEliminaBarbara