Con un po' di ritardo, eccomi finalmente qui a documentare il nostro 8 marzo.
Certamente i bambini vi avranno già raccontato, ma non possiamo non lasciare traccia anche sul nostro blog di una giornata che è stata davvero tanto ricca e ha aperto a nuove conoscenze e a nuove esperienze.
Contrariamente al programma previsto, la mattina si è aperta con la "lezione" di Chiara che, così come ha fatto Lucilla lo scorso anno, ci ha accompagnato a conoscere la storia di un donna molto speciale: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, nata a Venezia nel 1646 e prima donna laureata al mondo (25 giugno 1678, laurea in filosofia presso
l'Università di Padova).
Si è trattato di un racconto molto interessante che ci ha consentito di acquisire tante informazioni su questa nobildonna veneziana, ma anche di sapere che erano italiane anche la seconda e la terza delle prime donne laureate al mondo.
Vista l'importanza di questo fatto, Chiara si è interrogata sul perché Elena Lucrezia, che dovrebbe essere una gloria nazionale, sia così poco conosciuta e le siano state dedicate esclusivamente una statua a Padova e una targa al Municipio di Venezia.
Questa riflessione, che ha condiviso con noi, le ha fatto nascere l'idea di rivolgersi alla nostra Amministrazione per proporre di dedicare uno spazio della città a questa donna tanto speciale.
La bellissima idea è stata accolta con grande entusiasmo, così i bambini hanno subito iniziato ad avanzare proposte di luoghi che potrebbero essere adatti allo scopo, ma anche su mezzi e strumenti utilizzabili per diffondere la storia di Elena Lucrezia.
Contemporaneamente, contagiati dal dubbio di Chiara, abbiamo deciso a tamburo battente di fare anche un'indagine sul campo per verificare se davvero lei fosse così poco conosciuta.
Vista l'importanza di questo fatto, Chiara si è interrogata sul perché Elena Lucrezia, che dovrebbe essere una gloria nazionale, sia così poco conosciuta e le siano state dedicate esclusivamente una statua a Padova e una targa al Municipio di Venezia.
Questa riflessione, che ha condiviso con noi, le ha fatto nascere l'idea di rivolgersi alla nostra Amministrazione per proporre di dedicare uno spazio della città a questa donna tanto speciale.
La bellissima idea è stata accolta con grande entusiasmo, così i bambini hanno subito iniziato ad avanzare proposte di luoghi che potrebbero essere adatti allo scopo, ma anche su mezzi e strumenti utilizzabili per diffondere la storia di Elena Lucrezia.
Contemporaneamente, contagiati dal dubbio di Chiara, abbiamo deciso a tamburo battente di fare anche un'indagine sul campo per verificare se davvero lei fosse così poco conosciuta.
Perciò, la nostra uscita prevista per unirci al momento di
riflessione promosso in Centro dall'Associazione "Io non ho paura", è diventata anche qualcos'altro: organizzati con una tabella nella quale registrare i dati, ci siamo mossi con l'obiettivo di intervistare i cittadini e le cittadine di Iglesias.
- Sa dirmi chi è Elena Lucrezia Cornaro Piscopia? - Questa la domanda da rivolgere ai nostri intervistati.
Il lavoro era molto semplice: organizzati a coppie, l'intervista doveva consistere nel registrare il nominativo dell'intervistato e la sua risposta alla domanda, con un duplice impegno: verificare l'eventuale risposta affermativa (non solo si/no) e occuparci di informare qualora questa fosse negativa.
L'uscita, nonostante la pioggia iniziale, è stata bellissima. Abbiamo appeso sul muro i pensieri per le donne scritti nei nostri cuori, abbiamo fatto l'intervista, ascoltato i racconti sulle donne e bambine morte in miniera e ci siamo uniti in un momento di riflessione con le altre classi sulle note di una canzone.
Al rientro abbiamo verificato le nostre interviste: su 132 intervistati, soltanto due conoscevano Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.
Certo, gli intervistati non erano tanti, ma i bambini hanno fatto davvero fatica ad avere l'attenzione delle persone che, in molti casi, acceleravano il passo per non farsi disturbare o, forse, per non vivere l'imbarazzo di non saper rispondere. Cosa secondo noi molto sbagliata.
Che male c'è nel riconoscere di non sapere qualcosa? Anzi è proprio dall'accorgersi di non sapere che nasce il desiderio di mettersi in moto verso nuove conoscenze.
Che male c'è nel riconoscere di non sapere qualcosa? Anzi è proprio dall'accorgersi di non sapere che nasce il desiderio di mettersi in moto verso nuove conoscenze.
Al termine della rilevazione, il nostro impegno ha preso sempre più forma: trovare il modo perché questa donna sia conosciuta di più.
Per questo, abbiamo deciso di fare nostra l'idea di Chiara e di parlare direttamente con il Sindaco.
Voi cosa dite, ci ascolterà?
Noi siamo fiduciosi. Non appena avremo notizie, ritorneremo a raccontarvi.
Nel frattempo, il nostro lavoro continua.
Noi siamo fiduciosi. Non appena avremo notizie, ritorneremo a raccontarvi.
Nel frattempo, il nostro lavoro continua.
Domani, giovedì 10 marzo, ci aspetta l'analisi delle date relative al primo voto delle donne nei diversi paesi del mondo. Sarà un'analisi che avrà a che fare molto anche con la matematica e con la geografia. Un'altra di quelle attività che mette insieme tutto e nel frattempo ci avvicina al mondo.
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