Sono di nuovo le parole di Simona saponetta. "Questa volta per voi" ha precisato.
Le abbiamo lette, io e Maria Efisia. Siamo rimaste in silenzio, ci siamo emozionate.
Abbiamo avuto conferma che ciò in cui crediamo passa e abbiamo sentito la stanchezza del tanto lavoro ammorbidirsi e lasciare spazio al sorriso: bello trovare occhi che sanno vedere così e persone che sanno porgere con tanta delicatezza.
Grazie. Grazie davvero.
Solo con il copia e incolla...
RAGIONE O SENTIMENTO
Ci hanno abituati a credere che la scuola sia il luogo dove
si esalta la ragione, il pensiero, l’intelligenza e che invece i sentimenti e
le emozioni riguardino altri frangenti della nostra vita…
Con la medesima convinzione, giovedì 6 febbraio sono tornata
alla scuola elementare, emozionata come sempre, ma da adulta le emozioni ho
imparato a controllarle e un po’ a nasconderle.
Mi tranquillizza il pensiero che lo schema è rimasto
inalterato, si comincia con l’appello, e subito mi sorprende invece l’appello
fonologico: Anna arancia, Lucilla lucciola, Nicola nuvola....... che mescola un po’
di divertimento allo sterile controllo delle presenze..... e intanto i bambini
imparano ad associare i suoni.
Ed eccomi coinvolta nel gioco, Simona saponetta: presente!
A proposito, che data è oggi? Chiede la maestra fingendo
distrazione.
Coro dei bambini: 6 febbraio!
Allora ieri che data doveva essere? Insiste la maestra
improvvisandosi confusa.
...... con discrezione i numeri fanno il loro ingresso, ma la
matematica non spaventa questi bambini, che serenamente aiutano la maestra a
ricordare.
Ora sono proprio entusiasti e si buttano ad indovinare i
numeri cugini ??!!!
Maschero la mia arretratezza culturale: io la matematica la
studiavo, loro con la matematica ci giocano?
Meno male che passiamo al dettato, riprendo il controllo ma
non per molto perché la maestra esorta i bambini a compitare (???) le parole
per renderli più sicuri prima di scriverle, e la compitazione li coinvolge
tutti, i bambini battono le mani a tempo e agitano le braccia scandendo i suoni
– la scena mi ricorda i bans che facevo agli scout.
Il gioco però non li distrae e, quando la maestra comincia a
fare le domande sul contenuto delle frasi, i bambini leggono e spiegano di chi
o cosa si sta parlando, e a quale domanda risponde (come è?, cosa fa?)........ così
il seme è gettato, i frutti si raccoglieranno poi (soggetto, verbo, aggettivo).
Dimenticavo di sottolineare che ho, anche, avuto la fortuna
di assaggiare una briciola della lezione di inglese: tutto il mio rispetto a
una maestra che parla l’inglese e non lo spiega.
Alle 8.30 sono entrata a scuola convinta di assistere ad una
normale lezione “scolastica”, alle 11.00
sono uscita dopo aver partecipato ad una lezione “fuori dagli schemi”.
Bravo il maestro che ti insegna a pensare con la tua testa,
ma rara la maestra che ti porta a ragionare con la gioia, la fisicità e la
semplicità delle emozioni.
Provare per credere.
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