giovedì 13 febbraio 2014

Ragione o sentimento

Ancora a condividere. Impossibile non farlo.
Sono di nuovo le parole di Simona saponetta. "Questa volta per voi" ha precisato.
Le abbiamo lette, io e Maria Efisia. Siamo rimaste in silenzio, ci siamo emozionate.
Abbiamo avuto conferma che ciò in cui crediamo passa e abbiamo sentito la stanchezza del tanto lavoro ammorbidirsi e lasciare spazio al sorriso: bello trovare occhi che sanno vedere così e persone che sanno porgere con tanta delicatezza.
Grazie. Grazie davvero.

Solo con il copia e incolla...

RAGIONE O SENTIMENTO

Ci hanno abituati a credere che la scuola sia il luogo dove si esalta la ragione, il pensiero, l’intelligenza e che invece i sentimenti e le emozioni riguardino altri frangenti della nostra vita…

Con la medesima convinzione, giovedì 6 febbraio sono tornata alla scuola elementare, emozionata come sempre, ma da adulta le emozioni ho imparato a controllarle e un po’ a nasconderle.

Mi tranquillizza il pensiero che lo schema è rimasto inalterato, si comincia con l’appello, e subito mi sorprende invece l’appello fonologico: Anna arancia, Lucilla lucciola, Nicola nuvola....... che mescola un po’ di divertimento allo sterile controllo delle presenze..... e intanto i bambini imparano ad associare i suoni.

Ed eccomi coinvolta nel gioco, Simona saponetta: presente!

A proposito, che data è oggi? Chiede la maestra fingendo distrazione.

Coro dei bambini: 6 febbraio!

Allora ieri che data doveva essere? Insiste la maestra improvvisandosi confusa.

...... con discrezione i numeri fanno il loro ingresso, ma la matematica non spaventa questi bambini, che serenamente aiutano la maestra a ricordare.

Ora sono proprio entusiasti e si buttano ad indovinare i numeri cugini ??!!!

Maschero la mia arretratezza culturale: io la matematica la studiavo, loro con la matematica ci giocano?

Meno male che passiamo al dettato, riprendo il controllo ma non per molto perché la maestra esorta i bambini a compitare (???) le parole per renderli più sicuri prima di scriverle, e la compitazione li coinvolge tutti, i bambini battono le mani a tempo e agitano le braccia scandendo i suoni – la scena mi ricorda i bans che facevo agli scout.

Il gioco però non li distrae e, quando la maestra comincia a fare le domande sul contenuto delle frasi, i bambini leggono e spiegano di chi o cosa si sta parlando, e a quale domanda risponde (come è?, cosa fa?)........ così il seme è gettato, i frutti si raccoglieranno poi (soggetto, verbo, aggettivo).

Dimenticavo di sottolineare che ho, anche, avuto la fortuna di assaggiare una briciola della lezione di inglese: tutto il mio rispetto a una maestra che parla l’inglese e non lo spiega.

Alle 8.30 sono entrata a scuola convinta di assistere ad una normale lezione “scolastica”,  alle 11.00 sono uscita dopo aver partecipato ad una lezione “fuori dagli schemi”.

Bravo il maestro che ti insegna a pensare con la tua testa, ma rara la maestra che ti porta a ragionare con la gioia, la fisicità e la semplicità delle emozioni.

Provare per credere.

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