Oggi voglio condividere con voi una parte della nostra lettura di questa mattina: un piccolo pezzo che ha fatto riemergere riflessioni fatte in prima elementare, quel giorno in cui, mentre parlavamo del diritto alla famiglia, Sebastian, con delicatezza, ha portato in classe la sua storia, raccontandocela con il passaggio di fiamma tra tre candele.
Oggi ci ha trovato tutti più pronti, ma il silenzio è stato lo stesso ed è stato avvolgente. La cosa bella è stata vedere i bambini riflettere e darsi la risposta senza nessun dubbio: "Zorba è la mamma di Fortunata. La mamma non è per forza chi ti fa nascere. Mamma è chi si prende cura di te."
Proprio bello il titolo di questo capitolo: "Fortunata, davvero fortunata".
(...)
- Ti senti male? - insistè preoccupato Zorba. - Sei malata? -
- Vuoi che mangi per farmi ingrassare? - domandò lei senza guardarlo.
- Perché tu cresca sana e forte - rispose Zorba.
- E quando sarò grassa, inviterai i topi a mangiarmi? - stridette con i lucciconi agli occhi.
- Da dove tiri fuori queste sciocchezze? - miagolò deciso Zorba.
Lì lì per scoppiare a piangere, Fortunata gli riferì tutto quello che Mattia le aveva strillato. Zorba le leccò le lacrime e all'improvviso si sentì miagolare come non aveva mai fatto prima.
- Sei una gabbiana. Su questo lo scimpanzé ha ragione, ma solo su questo. Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall'uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. É molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sará l'affetto tra esseri completamente diversi -
- Volare mi fa paura - stridette Fortunata alzandosi.
- Quando succederà, io sarò accanto a te - miagolò Zorba leccandole la testa.
- L'ho promesso a tua madre -
La gabbianella e il gatto nero grande e grosso iniziarono a camminare. Lui le leccava teneramente la testa, e lei gli copriva il dorso con una delle sue ali tese.
Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.
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