venerdì 15 aprile 2016

Una mattina al Liceo "Baudi di Vesme"



Oggi, la nostra giornata è iniziata con un appuntamento importante. Eravamo ospiti del Liceo “Baudi di Vesme”, in un’aula magna gremita di studenti ai quali i bambini dovevano raccontare come noi viviamo la scuola e come funziona la nostra didattica.
Per me è stato un po' come tornare indietro nel tempo quando, da supervisore all'Università, amavo mettere insieme studenti grandi e piccoli, invadendo quegli spazi in cui, nonostante si parlasse di bambini, si faceva sempre molta attenzione a incontrarli solo a casa loro.
Il nostro lavoro di preparazione è stato estremamente semplice: un brainstorming su un padlet, che ha consentito ai bambini di “tirare fuori” tutto ciò che caratterizza la nostra esperienza e che, secondo loro, meritava di essere raccontato; qualche disegno sulle idee trasformate in maiuscolo, le più importanti, perché li supportassero nella narrazione; lo zoom sulle fasi del nostro agire didattico e la presentazione essenziale di un EAS per andare sul pratico.
Niente più.
Le mie raccomandazioni sono state poche. 
- Siate sereni, parlate a voce alta e guardate chi avete di fronte. Ricordate che dovete raccontare solo ciò che vivete tutti i giorni. Aiutatevi con i disegni e se vedete qualche compagno in difficoltà, avvicinatevi e dategli una mano.
Poi, proprio come faccio in classe dopo che organizzo e consegno i materiali, ho liberato.
E hanno volato. Dapprima, proprio come Fortunata, la gabbianella di Luis Sepúlveda, si sono poggiati sulla balaustra, tremolanti e spaventati, poi hanno spiegato le ali e hanno occupato il cielo.
Mentre li osservavo, liberi, acquistare man mano maggiore sicurezza, non ho potuto fare a meno di tornare con la memoria all’inizio della prima elementare. Li ho visti impegnati nella compitazione con la pasta e concentrati sul gesto grafico delle prime parole; li ho visti battere le mani per numerare in avanti e indietro con il numero del giorno, e poi ancora in piedi, dietro la sedia, mentre ripetevano a mo’ di filastrocca i giorni della settimana per riuscire a capire quale giorno venisse prima e quale dopo quello corrente. 
Neanche tre anni. Sembra impossibile.
- Bisogna davvero fidarsi dei bambini. Mi ritrovo a dirlo ogni volta.
Dobbiamo lavorare sulla motivazione che li accompagna quando, curiosi, incontrano la scuola. Dobbiamo combattere quell'insegnamento che in pochi mesi la spegne e percorrere le strade che costruiscono fiducia, voglia di implicarsi, di provare senza paura di sbagliare.

Mentre ritorno a oggi, penso che siamo davvero fortunati. Siamo davanti alla fiducia che incontra fiducia.
Non è comune che un Liceo inviti dei bambini e che voglia davvero ascoltarli. 
Questi sono scambi che faranno crescere tutti noi e le nostre scuole. Le riflessioni degli studenti che hanno trascorso una settimana con noi, e le prime domande che questa mattina sono arrivate dagli altri ragazzi presenti, lo hanno dimostrato.

Ringrazio Valentina Onnis e Donatella Congia per l'invito e la bellissima accoglienza, e tutti gli studenti e i colleghi che hanno partecipato, esprimendo interesse e grande attenzione.
Un grazie speciale voglio rivolgerlo alla dirigente, Prof.ssa Elisa Angius, che ai numerosi impegni ha scelto di condividere questo tempo con noi fino alla fine, sorprendendoci con una restituzione attenta su tutti gli aspetti che connotano la nostra esperienza scolastica.
Ci avete fatto bene. Per nuovi incroci, considerateci presenti.

Alle foto

4 commenti:

  1. "A volte basta davvero poco,
    un gesto inconsulto,
    diverso dal solito....
    e comprendi che le abitudini
    creano dei solchi sempre maggiori
    sul nostro cuore,
    sulla nostra mente,
    sulla nostra anima....
    e quando rompi uno schema
    irrompe un brivido
    a raccontar che fuori c'è vita!
    (Trasformazioni, di Antonio La Rosa)

    Dedico queste righe a te Enrica e ai tuoi bambini che, grazie al tuo amore silenzioso e sincero, imparano a volare.
    Simona Banci

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  2. Bellissimi versi, grazie Simona.
    Ti abbraccio.
    Enrica

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  3. ...Radici per crescere e ali per volare…
    Grazie Enrica per questa meravigliosa esperienza dove i tuoi bambini hanno compreso che era arrivato il momento di passare dalla sicurezza delle solide e robuste radici - da te nutrite e rafforzate con dedizione e cura nel tempo - verso ciò che poteva essere raggiunto soltanto con le ali.
    Così, forti e sicuri, liberi e felici, accompagnati dalla fiducia che hai trasmesso a ciascuno di loro, hanno volato.
    Ancora grazie...

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  4. Sono io a ringraziare te, Isa, per aver portato l'attenzione su ciò che viene prima del volo: la costruzione di solide e robuste radici che costruiscono fiducia, forza e sicurezza. Hai proprio ragione, a casa, come a scuola, prima di tutto dobbiamo occuparci di queste. Senza, il momento del volo non può arrivare.
    Buona domenica.
    Enrica

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