Con piacere, riporto nel nostro blog l'articolo di Arnaldo Scarpa sul Convegno "Ascoltando Storie Differenti: la capacità
inclusiva di una scuola aperta all'adozione", promosso dall'associazione GSD Sardegna e accolto dalla nostra scuola.
L’Associazione “Genitori si diventa” ad Iglesias per il suo primo convegno in Sardegna
Arnaldo Scarpa, sabato 2 aprile 2016
Arnaldo Scarpa, sabato 2 aprile 2016
Presentate le linee di indirizzo del MIUR per il diritto allo studio dei minori adottati.
Presentate l’undici marzo al Centro Culturale di Iglesias, per la prima volta in Sardegna, le linee di indirizzo del Ministero della Pubblica Istruzione sul diritto allo studio dei minori adottati, pubblicate nel dicembre 2014, frutto della collaborazione tra numerose associazioni di genitori adottivi ed il Ministero.
Promotori dell’iniziativa, volta a potenziare la collaborazione tra scuola e famiglia sul versante dell’inclusione, l’associazione “Genitori si diventa” con il suo neonato Punto Informativo sardo e l’Istituto Comprensivo “Pietro Allori”, supportati dall’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Iglesias.
Al tavolo dei relatori, oltre alla responsabile regionale Daniela Ibba, l’Assessore Alessandra Ferrara, il dirigente comunale Paolo Carta, la dirigente scolastica Franca Fara, Anna Guerrieri, presidente nazionale di “Genitori si diventa”, e Monica Nobile, psicopedagogista ed anche lei madre adottiva. Ha condotto i lavori Enrica Ena, insegnante conosciuta in città (e non solo) per il suo approccio didattico innovativo che valorizza l’uso delle tecnologie informatiche e multimediali ma all’interno di una relazione affettiva forte tra bambini ed insegnante.
In prima fila nell’organizzazione, altre 2 mamme adottive: Isa Ongarelli e Oriana Scalas componenti del Punto Informativo.
Il convegno è iniziato con un toccante video realizzato da un gruppo formato da una decina di famiglie adottive del comune di Iglesias: “ringrazio ogni giorno il mio figlio per il dono che mi fa di riconoscermi come padre”, “abbiate coraggio di entrare senza fretta nel vostro tempo zero perché è lì che vi conoscerete”, “cercate di essere i migliori genitori possibili, i vostri figli vi chiederanno solo questo, nient’altro”, “3 parole per l’adozione: amore, dolcezza e bellezza” sono solo alcuni dei bellissimi pensieri che genitori e figli hanno voluto registrare in questo contributo filmato che è stato davvero un dono per tutti.
Anna Guerrieri, professoressa di matematica all’Università dell’Aquila, mamma adottiva e presidente nazionale dell’associazione ha poi presentato le linee guida ministeriali lasciando emergere quanto lavoro hanno richiesto ma soprattutto quanto bene potranno fare a tutta la scuola e non solo alle famiglie adottive evidenziando come includere significa mettere al centro la persona e quindi ogni alunno, considerato nella sua specificità e accolto con tutta la sua storia.
Gli indirizzi ministeriali aiutano la scuola a prendere coscienza di una serie di difficoltà di cui i bambini ed i ragazzi adottati sono portatori e spesso per tutta la vita e ad individuare linee di comportamento e scelte didattiche atte a promuovere la piena inclusione dei ragazzi e la massima collaborazione con le famiglie, al fine di facilitare il superamento di tali difficoltà.
L’adozione, infatti, non è una bacchetta magica che possa cancellare gli effetti di quanto i minori hanno vissuto precedentemente e questo vale anche se adottati nella primissima infanzia in quanto è ampiamente dimostrata l’importanza della vita intrauterina e dei primissimi giorni dopo il parto rispetto alla formazione della personalità e delle caratteristiche corporee del bambino.
Monica Nobile, combattiva pedagogista veneziana che spende tanto del suo tempo a far capire agli insegnanti come comprendere certi comportamenti apparentemente solo negativi dei ragazzi adottati, ha espresso un concetto che tanto ha a che fare con il senso cristiano della sofferenza: “Il dolore è un talento. Può essere questa una chiave di lettura per sostenere i bambini adottati. Tutti partiti da un dolore. Tutti alle prese con un subbuglio di emozioni che hanno ingombrato i loro cuori, tutti intenti a mettere un po' di ordine nella loro tempesta interiore. Loro e i loro genitori accanto a loro. Il dolore è un talento, ne sono convinta, può agire malamente dentro a un cuore ma può anche rendere le persone speciali, pazzamente spaventate ma anche innamorate della vita.” scrive in un suo recente articolo che sintetizza molto bene le riflessioni espresse ad Iglesias.
Alessandra Ferrara e Paolo Carta, infine, sono usciti dai panni di assessore e di funzionario per rivelarsi entrambi in quelli di genitori adottivi, mostrando la faccia più umana dell’amministrazione che è pur sempre fatta, in fin dei conti, da madri e padri come gli altri, con gli stessi problemi e perciò naturalmente vicini alla gente ma che ad Iglesias, per qualche strana coincidenza, risulta un po’ più vicina che altrove ai genitori adottivi, con una serie di politici, tecnici e assistenti sociali accomunati dalla stessa bellissima avventura dell’adozione.
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