Il blog per me è ormai un appuntamento quotidiano, entro per vedere cosa c’è di nuovo in classe o per condividere, semplicemente, un pensiero.
Ieri mattina ad accogliermi c’è la lettera di Veronica, ieri studentessa e oggi insegnante, legata da sempre a un'idea di scuola abitata, prima di tutto, dai bambini. Loro, ogni giorno, accompagnati dalla loro maestra, si presentano con le loro vite, con i loro bagagli, con le loro aspirazioni e sogni, con i loro entusiasmi, con la meravigliosa capacità di lasciarsi attrarre e coinvolgere da tutto ciò che veramente conta, con la voglia di raccontarsi senza difese, con la loro incessante sete di scoperta e conoscenza.
E anche con le loro comprensibili aspettative.
Aspettative che proprio quella scuola dove Veronica insegna, in un momento importante, quello dello scrutinio, non ha voluto accogliere e ascoltare con l’attenzione e il rispetto dovuto. Lei, una maestra che chiedeva semplicemente di poter vivere un tempo comune, un tempo bello, uno spazio dove portare dentro la voce e il sentire dei suoi bambini, presentare e condividere il risultato di un percorso che ha costruito insieme a loro, per aiutarli a riconoscersi dentro a dei numeri che, nonostante non gli appartengano, hanno preso forma, consistenza, e chiedevano solo di poter essere per la prima volta raccontati.
Lo so, forse non sono la persona più indicata a porgere il mio pensiero a Veronica, ma sono un genitore che come lei riconosce nella scuola un ruolo davvero fondamentale nella vita dei propri figli.
Per questo sento tutta la profonda tristezza racchiusa nelle sue parole, nell'aver vissuto uno scrutinio troppo veloce, ridotto a un atto formale, burocratico che si è dimenticato quello che davvero conta.
Penso che il momento dello scrutinio, come lo è per noi genitori quando dobbiamo prendere una decisione definitiva che potrebbe condizionare e segnare per sempre la vita dei nostri figli, è uno spazio dove sostare per ripercorrere insieme, per comprendere se il nostro sguardo è stato capace di cogliere anche l’impercettibile e se occorre rivedere ancora; per riflettere nuovamente con rinnovata consapevolezza sulle nostre scelte, non per rifinire e assemblare percorsi e confronti precedentemente vissuti, ma per rileggerli e riconfermarli, per l’ultima volta, insieme.
Lo scrutinio non è quindi la conclusione di un percorso già tracciato, è invece un tempo completamente nuovo, è parte di un cammino. Dove le decisioni vengono messe definitivamente nero su bianco. Un segno indelebile che rimane per sempre. Per tutta la vita. Per l’insegnante…per i bambini.
E quel giorno, Veronica, ha incontrato una scuola che ha voluto rispondere, valutare, in assoluto silenzio.
Ora desidero rivolgermi proprio a te, Veronica. E lo faccio partendo dalla mia esperienza, dove se da una parte ho avuto il privilegio di incontrare una maestra come te che vuole essere presenza, dall'altra ho conosciuto una scuola che a queste sollecitazioni non risponde.
Ti chiedo di rimanere sempre quella maestra credibile che ogni genitore vorrebbe incontrare per affidare con totale fiducia e profonda stima i propri figli. Non arrenderti mai, sostieni con tutta te stessa, nonostante le fatiche quotidiane, quello in cui credi e che fa di te la maestra, la persona che sei. Non farti mai schiacciare da una scuola che demolisce ogni rapporto umano, ogni legame educativo. E soprattutto non sentirti mai fuori contesto solo perché ogni giorno, quando entri in classe, desideri offrire con convinzione una scuola sensibile.
Non sentirti disorientata, perché, la scuola che oggi ti ha voltato le spalle, è la stessa che ogni mattina ti attende spalancando le sue porte, per chiederti di continuare a essere testimonianza, la goccia che scava nella roccia, per vivere insieme ai tuoi bambini percorsi che non sono fatti solo di apprendimenti, ma di emozioni sincere.
Entra sempre nella tua aula con quel cuore dilatato che racchiude tutto il tuo entusiasmo e la tua motivazione, per essere sempre presenza concreta e viva per i tuoi alunni, per costruire con cura e dedizione un legame con loro, appartenenza.
E, soprattutto, non dimenticarti mai che tu sei un messaggio di speranza verso chi vive la scuola con scoraggiamento e delusione.
Prima di salutarti, ricordati che le voci che gridano nel deserto, spesso sono quelle che scrivono la storia del loro tempo. Io, da genitore e come persona...ti sosterrò sempre, sarò insieme a te quella voce.
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