Il 17 febbraio è il mio giorno di Aula aperta.
Entro in classe con l’emozione che si prova quando sai che ad aspettarti ci saranno momenti speciali. C’è però una cosa che quest’anno non posso sapere: che sulla sedia preparata per me in fondo all'aula, ci rimarrò comodamente seduta e felicemente catturata per oltre due ore…
Infatti, dopo la calorosa accoglienza, la maestra comunica a noi genitori che quella mattina assisteremo a una lezione frontale, diversa da quelle vissute nelle precedenti esperienze. Nessun lavoro di gruppo, quello dove i bambini, per eseguire una consegna, si organizzano, si confrontano, si relazionano, si aiutano, quello che permette di muoverci in mezzo a loro per osservarli e ascoltarli.
Eppure, mentre la maestra parla, su quella sedia inizio a sentirmi davvero a mio agio e percepisco che quella lezione frontale mi riserverà qualcosa di straordinario…
Si incomincia con l’appello. Quest’anno ha fatto il suo ingresso l’appello maturo dove autonomamente i bambini seguendo l’ordine alfabetico si alzano per segnalare la loro presenza. Insieme, invece, segnalano chi è assente.
Ecco la ritrovata lavagna di ardesia, un momento di condivisione della durata di pochi e attenti minuti, dove i bambini, sempre insieme alla maestra fermano le attività previste per quella giornata. Messo a punto e chiarito ogni passaggio, inizia un altro momento di condivisione: la lettura del libro di Maria Montessori.
Prima di iniziare a leggere, la maestra invita i bambini a ripercorrere e riassumere il capitolo precedente cosicché ci si possa immergere completamente in quello che sta per essere letto, anzi, raccontato. Al termine della lettura non può di certo mancare il momento della riflessione comune, dello scambio dove i bambini esprimono i loro pensieri critici. Viene anche introdotto l’argomento che fra qualche giorno verrà affrontato in occasione della giornata della donna.
È ora il momento del calcolo mentale. Entra in gioco la LIM.
La maestra, senza perdere tempo, alterna sulla lavagna i numeri interi a quelli decimali; chiama per nome ciascun bambino per la lettura del numero, per il riconoscimento del suo valore, della quantità, della posizione; per la scomposizione e composizione dei numeri; per svolgere, sempre a voce, un esercizio sui complementari e il calcolo per arrivare all'intero.
Rimango stupita e impressionata (quasi tramortita!!!) dalla prontezza e rapidità con cui i bambini rispondono senza esitazione. Mentre loro risolvono, io sono ancora ferma, immobile, alla comprensione della consegna…
Vedo tutto l’entusiasmo dei bambini, ciascuno sereno e presente davanti al proprio numero, seduto composto al proprio banco, ma sempre in movimento dentro quell'onda di rispettose e impazienti mani alzate, pronte ad intervenire, mai per sostituire il compagno, mai per sentirsi più bravo rispetto a lui, ma semplicemente per il piacere di esserci nel numero di quel compagno...che potrebbe, magari, avere bisogno di un delicato aiuto. La mano alzata è segno di vera presenza, è segno di confronto e di conforto, è il desiderio di farsi sentire da chi è pronto ad ascoltare. E alla maestra lenta piace ascoltarli, sa che nella mano alzata non esiste competizione, ma sempre un’occasione che coglie al volo perché poi tutto accada.
La maestra si ferma. Ci siamo. Anche oggi i bambini sono stati chiamati ad esplorare, a scoprire, a fare loro il sapere, pronti a rimetterlo in gioco la prossima volta.
Mentre partecipo, inizia a sorgermi il dubbio di non aver capito o di avere proprio un'idea sbagliata di cosa sia una lezione frontale. In ogni caso mi convinco che, forse, la lezione frontale deve ancora arrivare, così, sempre più comoda e catturata, attendo…
Sulla lavagna di ardesia si spuntano le prime attività.
Viene ripreso il lavoro svolto il giorno prima sul video “Alike”; la maestra informa i bambini che occorre ripassare e approfondire il concetto di sintesi, perché molti non sono riusciti a riassumere e mettere in evidenza i momenti principali. Lo fa chiedendo loro quali sono stati i passaggi più importanti del video, lo fa formulando delle domande che conducono ogni bambino a esprimere il proprio pensiero. Di nuovo, in quelle domande aperte, i saperi si intrecciano...
Mi accorgo subito che i bambini non sono riusciti a fare un riassunto corretto perché hanno colto ogni minimo particolare contenuto nel video e la loro sintesi si è trasformata in un'analisi precisa di ogni contenuto!
Tutto è chiaro. Il lavoro nei prossimi giorni verrà rivisto in gruppo.
È l’ora dell’analisi logica e grammaticale. I bambini prontamente parlano di periodo, perché ci sono più frasi, perchè ci sono più verbi. Sono veloci, sono precisi. Incredibile! La fluidità con cui si muovono è la prima regola della loro grammatica...
Il tempo dedicato ad Aula aperta è terminato. E la lezione frontale?
Sapete, quella lezione c’è stata solo perché la maestra per tutto il tempo è stata difronte a me, difronte ai suoi bambini ma…sempre in piedi, sempre in movimento, sempre in una danza tra un bambino e l'altro.
Quella lezione è stata una lezione aperta come l'aula che ancora una volta ci ha felicemente accolto per voler condividere con naturalezza e semplicità un altro pezzettino della bellissima storia dove i nostri figli ne sono i protagonisti.
Una lezione dove davvero i saperi vengono messi in comune, dove la maestra continua a rimanere all'altezza dello sguardo di ogni bambino, nonostante si renda conto quanto stia crescendo…
Una lezione dove il successo di ciascun bambino non dipende solo da lui ma deriva dal clima dell'intera classe. E in quella classe ci si sente tanto vicini. Una vicinanza che è appartenenza e reciprocità.
Una lezione dove la libertà, che non è mancanza di regole, diviene sicurezza quando i bambini per ben due volte correggono la loro maestra…senza paura, perché in quella classe loro con la maestra sono spinti dalle stesse ragioni, mossi dallo stesso desiderio.
Una lezione dove i bambini non sono mai esposti: bambini vincenti anche davanti alle difficoltà.
Una lezione dove tante volte l'emozione è una competenza.
Una lezione dove le parole condivisione, insieme, invito, ripercorrere, riflessione, scambio, confronto, entusiasmo, serenità, presenza, fluidità, prontezza, movimento, ascolto, partecipazione, informare, esprimere…la rendono frontalmente speciale.
Ma la mia esperienza di Aula aperta non finisce in classe.
Finisce quando, prima di salutarli, accompagno i bambini fuori, all'aria aperta, per la meritata ricreazione che, per me, potrebbe occupare tutto il resto della mattinata. Perché per quello che ho vissuto in quelle due ore eccezionali, la lezione può anche terminare lì.
E mentre scendono le scale, fieri, soddisfatti e felici, sulle spalle di ciascuno bambino vedo quello zainetto verde…
Hai davvero ragione maestra Enrica, quello zaino verde è lo zaino di ogni bambino... e se a volte noi adulti ci accorgiamo che occorre alleggerirlo, non significa che li stiamo distogliendo o preservando dalle loro responsabilità, dalle fatiche che dovrebbero renderli bambini forti e tenaci.
Al contrario, attenti e consapevoli, facciamo in modo che ogni bambino non si ritrovi mai a sopportare un peso più grande di quello che è in grado di portare e sopportare.
Grazie...di cuore.
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