Oggi colloqui quadrimestrali con i bambini.
L’organizzazione è sempre la stessa. In accordo con la collega, mi presento durante la sua attività e organizzo lo spazio in biblioteca, con il computer, dove custodisco le mie rilevazioni, e tutti i materiali necessari.
Questa volta, dato che siamo a fine anno, fuori dalla biblioteca allestisco anche un tavolo con due notebook affinché i bambini, al termine del colloquio, possano compilare il questionario online per esprimere una loro valutazione sulle attività educative e formative, sul clima di classe, sulle esperienze vissute…
Come sempre, i bambini si presentano uno ad uno, mentre un altro bambino della classe è a disposizione all’esterno per supportare i compagni nella gestione del questionario.
Oggi però è un giorno speciale. È l’ultimo colloquio. L’emozione è forte, la sentiamo tutti molto e tutto si svolge con gli occhi lucidi e con qualche momento in cui non possiamo fare a meno di interromperci per stringerci forte.
In ogni caso, la bellezza è proprio nei contenuti dello scambio. I bambini, ormai al terzo anno di colloqui tutti loro, si presentano con la scheda per l’autovalutazione attentamente compilata e io rilevo che questa è sempre più precisa; in pochissime occasioni devo intervenire per offrire nuovi elementi di riflessione. Durante la conversazione evidenziano una grande capacità di leggere le loro forze e le loro debolezze, con sempre grande chiarezza su ciò che possono fare per superarle.
Ma la cosa che più mi colpisce è ciò che accade quando chiedo loro uno sguardo sui cinque anni invitandoli a riflettere sulle loro più importanti conquiste. Davanti a questa domanda, infatti, li vedo spostarsi immediatamente dai saperi disciplinari alle competenze trasversali. Li ascolto con attenzione mentre parlano della loro capacità di collaborare, della crescita della loro sicurezza, del linguaggio e della tranquillità con cui riescono ad esprimere il proprio pensiero; della capacità di ideare e di realizzare i loro progetti… e li vedo riconoscere quanto le esperienze oltre l'aula abbiano avuto un ruolo importante nell’acquisizione di sicurezza, nel vivere con serenità le situazioni nuove.
A fine colloquio, poi, arriva quella che per me resta la valutazione più importante. I bambini dicono di aver vissuto cinque anni belli, in cui sono stati bene e hanno imparato a conoscersi, e affermano che nonostante la tristezza per il distacco, si sentono pronti per affrontare il nuovo percorso.
In chiusura, solo poche parole. Quelle sufficienti perché sappiano che troveranno questa scuola sempre aperta e che ci sono rapporti che non possono chiudersi perché finisce un percorso. Ci tengo che sappiano che se mai dovessero avere bisogno di un adulto a cui chiedere un consiglio o una qualche forma di aiuto, qui potranno trovarlo.
Se poi non ne dovessero avere bisogno mai, beh... meglio così.
L’organizzazione è sempre la stessa. In accordo con la collega, mi presento durante la sua attività e organizzo lo spazio in biblioteca, con il computer, dove custodisco le mie rilevazioni, e tutti i materiali necessari.
Questa volta, dato che siamo a fine anno, fuori dalla biblioteca allestisco anche un tavolo con due notebook affinché i bambini, al termine del colloquio, possano compilare il questionario online per esprimere una loro valutazione sulle attività educative e formative, sul clima di classe, sulle esperienze vissute…
Come sempre, i bambini si presentano uno ad uno, mentre un altro bambino della classe è a disposizione all’esterno per supportare i compagni nella gestione del questionario.
Oggi però è un giorno speciale. È l’ultimo colloquio. L’emozione è forte, la sentiamo tutti molto e tutto si svolge con gli occhi lucidi e con qualche momento in cui non possiamo fare a meno di interromperci per stringerci forte.
In ogni caso, la bellezza è proprio nei contenuti dello scambio. I bambini, ormai al terzo anno di colloqui tutti loro, si presentano con la scheda per l’autovalutazione attentamente compilata e io rilevo che questa è sempre più precisa; in pochissime occasioni devo intervenire per offrire nuovi elementi di riflessione. Durante la conversazione evidenziano una grande capacità di leggere le loro forze e le loro debolezze, con sempre grande chiarezza su ciò che possono fare per superarle.
Ma la cosa che più mi colpisce è ciò che accade quando chiedo loro uno sguardo sui cinque anni invitandoli a riflettere sulle loro più importanti conquiste. Davanti a questa domanda, infatti, li vedo spostarsi immediatamente dai saperi disciplinari alle competenze trasversali. Li ascolto con attenzione mentre parlano della loro capacità di collaborare, della crescita della loro sicurezza, del linguaggio e della tranquillità con cui riescono ad esprimere il proprio pensiero; della capacità di ideare e di realizzare i loro progetti… e li vedo riconoscere quanto le esperienze oltre l'aula abbiano avuto un ruolo importante nell’acquisizione di sicurezza, nel vivere con serenità le situazioni nuove.
A fine colloquio, poi, arriva quella che per me resta la valutazione più importante. I bambini dicono di aver vissuto cinque anni belli, in cui sono stati bene e hanno imparato a conoscersi, e affermano che nonostante la tristezza per il distacco, si sentono pronti per affrontare il nuovo percorso.
In chiusura, solo poche parole. Quelle sufficienti perché sappiano che troveranno questa scuola sempre aperta e che ci sono rapporti che non possono chiudersi perché finisce un percorso. Ci tengo che sappiano che se mai dovessero avere bisogno di un adulto a cui chiedere un consiglio o una qualche forma di aiuto, qui potranno trovarlo.
Se poi non ne dovessero avere bisogno mai, beh... meglio così.
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