venerdì 8 giugno 2018

Noi genitori: La mia Mary Poppins


Post di Simona Banci

16 settembre 2013

Mia mamma mi conduce verso la scuola. Inizio la prima elementare... Attraversiamo la via Roma, la chiamerò via Col Vento, perché quel giorno ce n’era tanto. Ricordo.
Vento dall’Est, la nebbia è là...Qualcosa di strano fra poco accadrà...Troppo difficile capire cos'è ma penso che qualcuno arrivi per me...
Sto per incontrare la mia maestra. Sono preoccupata. Non so se mi piacerà. Se io le piacerò.
Stanotte ho scritto una lettera e l’ho lasciata leggere ai miei sogni…
Mamma non avrebbe capito. Precisa com’è, pretende sempre che le cose funzionino perfettamente. Io, invece, sono un po' distratta.
La lettera era per la maestra, ma le parole sono volate via insieme alle mie speranze e preoccupazioni… 
...che sia buona, sia paziente, sempre allegra, divertente...
...Non dovrà gridar, ma col sorriso spiegar...
...Dovrà insegnare a noi bambini, siam vivaci e birichini...
...Molte attività proporre e poi, gioire con noi...
...Se vorrà farsi amare le nostre storie dovrà ascoltare...
...Solo compiti sinceri e niente voti per gli errori...
Eccola. Alta, sguardo intenso, sorriso rassicurante. In una mano un ombrello (starà per piovere?) e nell'altra una borsa improbabile (scoprirò col tempo che è la sua cassetta degli attrezzi!).
Chi ben comincia è già a metà dell’opera... altrimenti detto: mettiamo in ordine l’aula...!            
Non mi dice niente di buono!!??
Wow! Non so come c’è riuscita. Ha disegnato delle figure geometriche sul pavimento e ci ha chiesto di camminarci sopra. Ora ci troviamo in mezzo al mare su un grande veliero. Vediamo delle isole all’orizzonte.
Dobbiamo raggiungerle e conquistarle. 
Noi siamo l’equipaggio: tutti per uno e uno per tutti!
Inizia la nostra grande avventura scolastica.
Guardate che splendido dì, la scuola può esser così. Lassù vi vorrei portar.. Magico è l’amor e il vostro cuor, vola leggero come un aquilon...
Com’è bello imparare con lei. Ti sa rallegrare e anche quando è un giorno dei più neri, il sole fa spuntare. Infonde in me serenità. E un dolce senso di tranquillità. 
Poi ha spalancato le porte e le finestre della nostra aula e abbiamo viaggiato nel tempo. Siamo tornati nel passato e abbiamo pensato il futuro. Abbiamo conosciuto uomini e donne, d’oggi e d’altri tempi, con le loro storie, parole, sensazioni... Ci siamo emozionati. Abbiamo gioito e sofferto con loro...
In tutto ciò che devi far il lato bello puoi trovar. Lo troverai e Hop! Il gioco vien! Ed ogni compito divien più semplice e seren, dovrai capir che il trucco è tutto qui!
Con un poco di zucchero il compito si fa, le parole sono qua, i numeri più in là. Basta un poco di zucchero e scriverai di più, vedrai ce la farai anche tu.
Oggi siamo stati nell’antica Grecia e ho scoperto la filosofia! Nasce dalla meraviglia. Ho capito che l’abitudine inibisce il pensiero.
Non c'è pericolo: ogni giorno è una nuova avventura, di abitudinario non ho ancora vissuto nulla.
Se tu non sai che dire, non ti devi scoraggiare... ti basta una parola e per un’ora puoi parlare, ma attento a usarla bene, perché la tua vita può cambiare.
Ripenso ai testi scritti in prima mattina. Il titolo. Una frase e tanti puntini. Le parole che vengono a me. Sempre più numerose. Affettuose. Amiche.
Il compagno è lì affianco a te...dona, dona, mai tenere per sé!
Va’ da lui con tanto amor... dona, dona, dona di cuor.
Non sarebbe stata un’esperienza altrettanto importante se non l’avessi vissuta con i miei compagni. Vecchi. Nuovi. Sorridenti. Introversi. Tutti ugualmente speciali.
Ho ricevuto tanto da loro, ma ho donato anche tanto di me stessa.
Dandomi agli altri ho capito quale valore, talento, qualità, custodissi dentro di me.
Ripenso ai primi tempi. Timida e impaurita. Non riuscivo a interagire. La mia amica Miriam. Cara, carissima Miriam.
Questa scuola è incredibile. Spero solo che papà e mamma non mi portino via...
Credo che loro abbiano idee un po' diverse: Se al lavoro mai io ho debolezze, non voglio qua sistema cambiar, esigo quella austerità che porterà, un freno al caos, vizio, scandalo, indisciplina, se no non ci si salva più!
Poi, una mattina ci svelò un segreto:
Sapete, vi domando scusa, ma vi confesso che le mie simpatie vanno ai vostri genitori. Stanno lì, a lavorare, in quelle mura, fredde e tristi, un giorno dopo l’altro, chiusi in mezzo a montagne di carta… Non mi piace vedere la gente chiusa in una gabbia. Fabbricano gabbie di ogni forma e dimensione, sapete. A forma di aula, persino.
Io gabbie, invece, non ne ho visto mai. Ho imparato a volare. Lontano. Come un aquilone.

8 giugno 2018

È suonata la campana. Il mio ultimo giorno di scuola elementare. Sono triste. Non voglio lasciare tutta questa bellezza. La mia aula. I miei compagni. La mia maestra. 
Mamma è venuta a prendermi. Mi guarda con un gran sorriso.
È cambiata. Io lo so. La maestra lo sa. E la ringrazio, soprattutto, per questo.
La maestra ha fatto una magia con me: oggi sono una bambina sicura e consapevole. Curiosa sempre. Felice e serena.
Ma il vero miracolo l'ha compiuto con la mia mamma.
Corro e l’abbraccio. Ci incamminiamo insieme verso via Col Vento. Ancora quel forte vento. Da ovest, stavolta. Mamma tira fuori un aquilone.
Che gran gioia andar, là sulla terra e il mar e con l’aquilone poter volare… là dove tutto è blu, su puoi salire tu, più su con l'aquilon.

Arrivederci maestra!!!

Da piccola questa era la mia storia preferita. Pensavo alla magica tata che era giunta, trasportata dal vento, per salvare due bambini da una famiglia troppo esigente, austera, rigida e severa. 
Solo con gli anni, rileggendola, ho capito che la tata aveva, sì, aiutato i bambini stimolando in loro creatività e fantasia, ma il vero cambiamento l’aveva compiuto sui genitori.

Guardali, ora vanno via felici con i loro genitori.
Così deve essere. 
E non ti importa?
Le persone praticamente perfette non si lasciano confondere da sentimenti.
Ci credi davvero? 
Io so benissimo quello che provi per quei bambini...

Continuò a volare, su nell'aria nuvolosa, che fischiava. Fu trasportata lontano, lontano, oltre la collina del Buon Cammino, e i bambini non potevano vedere altro che gli alberi che si piegavano e gemevano al vento selvaggio dell’ovest.
Ha fatto ciò che aveva detto. È rimasta finché il vento è cambiato.

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