"Sem a curiosidade que me move, que me inquieta, que me insere na busca, não aprendo nem ensino" (Paulo Freire)
Senza la curiosità che mi muove, mi rende inquieto, mi spinge alla ricerca, né imparo né insegno.
Senza la curiosità che mi muove, mi rende inquieto, mi spinge alla ricerca, né imparo né insegno.
Da Paulo Freire, Le virtù dell'insegnante
[...] Un’altra virtù che dobbiamo avere è quella della curiosità, curiosità che dobbiamo proporre agli educandi. Non voglio dire che qualcuno insegni la curiosità, tuttavia l’educatore può offrire il suo modo di essere come esempio di curiosità. Quanto più è curioso un insegnante, tanto più lo studente riesce a scoprire la validità della curiosità.
Questo non succederà mai con un insegnante che ripete sempre le stesse cose e le stesse lezioni.
Un insegnante critico, aperto, vivo, che rifiuta la paralisi in programmi sempre uguali, è quello che trasmette allo studente il gusto per la domanda, per la ricerca, per la curiosità.
Bisogna alimentare in se stessi la curiosità per provocare nello studente lo stesso desiderio.
Direi che questa è la prima grande virtù.
Senza la curiosità non c’è vita umana. Senza curiosità non c’è processo di conoscenza.
Questo non succederà mai con un insegnante che ripete sempre le stesse cose e le stesse lezioni.
Un insegnante critico, aperto, vivo, che rifiuta la paralisi in programmi sempre uguali, è quello che trasmette allo studente il gusto per la domanda, per la ricerca, per la curiosità.
Bisogna alimentare in se stessi la curiosità per provocare nello studente lo stesso desiderio.
Direi che questa è la prima grande virtù.
Senza la curiosità non c’è vita umana. Senza curiosità non c’è processo di conoscenza.
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