domenica 7 dicembre 2014

Insegnare a conquistare il proprio cielo

Catia Di Girolamo, una collega di Pescara che non conosco personalmente, ha fatto un dono a tutti noi insegnanti, permettendoci di leggere le parole di una sua ex studentessa che è tornata a trovarla, qualche giorno fa, dopo il suo compleanno, regalandole, con una dedica, un libricino che ama: "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare".
Le riporto qui, perchè in queste parole c'è il senso stesso del nostro lavoro. 

"È come in questa storia... dove il gatto si prende cura di questo piccolo uccellino, anche se non era nella sua natura, anche se avrebbe dovuto mangiarlo, anche se non era così che le cose dovevano andare…
Gli insegna tutto ciò di cui ha bisogno e gli insegna a capire ciò che è giusto e ciò che non lo è, così da poter sempre distinguere cosa gli urla il suo cuore.
E poi, anche se non sa da che parte cominciare, anche se non era suo compito farlo, gli insegna a VOLARE e gli insegna a dire addio, sempre nella consapevolezza che prima o poi le cose hanno bisogno di seguire il corso che il destino ha stabilito per loro.
Ha sempre fatto tutto il possibile per fargli capire da solo cosa fosse il mondo e quante cose avesse in serbo per lui…
Ecco, lei per me è come quel gatto… non mi ha mai fatto credere che un sogno fosse troppo grande per me o che non potessi diventare chi sognavo di essere. Mi ha insegnato a credere in me stessa, che potevo farcela; mi ha insegnato a prendere ciò che volevo e a tenermelo stretto; mi ha insegnato che essere diversi, a volte, significa solo essere speciali… Mi ha insegnato a volare e quando è giunto il momento mi ha lasciata andare a conquistare il mio cielo. Non si è arresa se non sono riuscita a spiccare subito il volo e mi ha sempre rimessa su quel ramo, determinata a farmi commettere da sola i miei sbagli e ad imparare da questi. Per questo so che porterò sempre con me tutto quello che mi ha insegnato e soprattutto porterò con me il ricordo di una donna forte e decisa, che ha fatto di me una persona migliore.

La gabbianella si chiamava Fortunata e anch’io mi ritengo tale, perché anch’io ho conosciuto l’amore di chi sa guardarti con occhi fieri quando salti giù da un campanile. Grazie.”

Al grazie della studentessa, voglio aggiungere il mio per un'insegnante di cui queste parole ci restituiscono un'immagine meravigliosa. 
Grazie Catia Di Girolamo. Ognuno di noi dovrebbe ricordare quanto siamo importanti nella vita dei nostri ragazzi. Quanto il nostro farli sentire accolti, i  nostri insegnamenti, i modelli che offriamo, la nostra fiducia possano fare la differenza.

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