Momento di auguri. Mentre vedo intrecciarsi cartoline, poesie, musiche, penso che voglio augurare ció che auguro a me stessa.
Qualcosa di semplice? No, quanto ci sia di piú grande. La capacità di vivere. La forza di presentarsi ai nuovi giorni capaci di ricostruire sempre un nuovo equilibrio, di guardare al quotidiano con la motivazione di chi crede al cambiamento passando dalle piccole cose, di sentire dentro il movimento di tante idee e di avere l'energia e la determinazione per trasformarle in realtà, di saper guardare agli altri, come vorremmo che si guardasse a noi, sapendo che ognuno, anche quelli di cui vediamo solo la forza, porta con sè grandi fragilità, di sedersi a tavola con la gioia di godere dei sapori e di un bicchiere di vino anche tra due chiacchiere stanche, di saper fermare ancora il tempo quando a incantarci è la natura, le parole o una canzone, di avere la forza di fare ancora quelle cose quotidiane che ormai sono sempre le stesse da troppo tempo, ma che comunque non possiamo cancellare, di arrivare a fine giornata e di saper decidere quando è arrivato il momento di abbandonarsi con un plaid sul divano.
E ancora di saper fermare tutto questo davanti alle cose che meritano silenzio, davanti alle cose che meritano che la vita si arresti per sentire il dolore e per sentire le assenze.
A me, a voi e a tutti coloro che hanno piacere di accoglierlo, l'augurio di saper apprezzare il viaggio.
Enrica
Grazie davvero Enrica. Sai, per me, l’augurio semplice è anche quello più grande, quello più vero, sincero.
RispondiEliminaNella capacità di vivere, attraverso tutte quelle meravigliose azioni ed emozioni, riconosco proprio quel viaggio del fare, dell’essere e del sentire di cui tu parli...
Poi penso.
Penso che per intraprendere e condurre quel viaggio dobbiamo essere capaci di riconoscere e saper vivere il nostro tempo, un tempo che non anticipa il futuro, dove risiede la speranza, che non si sofferma sul passato, dove risiede la saggezza, ma è semplicemente l’oggi.
L'oggi è un dono e per questo motivo si chiama presente.
E il presente è l’unico tempo che abbiamo a disposizione per incominciare a essere per diventare, è il solo luogo in cui la vita possa essere afferrata, provata, vissuta e sentita, è il solo momento reale dove possiamo sentirci liberi di pensare e di agire, è l’unica possibilità che abbiamo per progettare e cambiare il domani, è l’unico spazio fatto di attimi, gli unici che valgono veramente per chi vuole lasciare un segno “significante” nel suo viaggio. Per se, per gli altri.
E ancora…le tue parole sul sentire il dolore, le assenze. Parole che, non ti nascondo, mi hanno particolarmente colpito e commosso.
E, così, ancora penso.
Penso che è la vita che ci insegna la vita, in tutto quello che ci offre, anche nel dolore e nelle difficoltà.
Alle volte si presentano come “passaggi obbligati” per aiutarci a comprendere la nostra identità, il nostro carattere, il nostro essere. Sperimentandolo, scopriamo che il dolore ha l’incredibile capacità di ricreare la nostra esistenza. Ma per attraversare questi passaggi, occorre silenzio, che non è un tempo vuoto, inutile, ma un tempo di riposo, di discernimento, dove raccogliamo i pensieri, dove riusciamo a intrecciare un dialogo sincero con noi stessi. Senza silenzio diventa impossibile sentire…
Ecco, come ho già avuto il piacere e la gioia di esprimere in un altro contesto… auguri lenti, per essere capaci di assaporare e quindi apprezzare ogni attimo di quel viaggio, il tempo in ogni suo istante, come fosse un’eternità.
Auguri molto lenti, perché ogni giorno possa diventare il giorno giusto per amare, per imparare a crescere, a pensare, a credere, a conoscere, ad attendere, a costruire, a condividere, a provare e a rassicurare.
Perciò il mio augurio è proprio quello di accorgersi di tutto questo e di iniziare, così, a VIVERE il nuovo anno, da ora. A partire da adesso: riempiendo ogni singolo minuto con sessanta secondi che valga veramente la pena di vivere!
Isa