sabato 20 dicembre 2014

Noi genitori: "Nonostante tutto...Nonostante me..."

Qualche giorno fa leggo un post pubblicato da Maestra Enrica dal titolo “Alla fine chi mi ha salvato dal perdermi?”.
Ancora una volta questo blog offre un interessante momento di condivisione e di confronto.
Questo testo offre davvero tanti spunti di riflessione…ora provo a descrivere cosa ha suscitato in me...
Leggo e sorrido. Penso quanto sia incredibile come certe riflessioni arrivano nel momento in cui nella mia testa “regna la confusione”, perché affollata da domande, da pensieri… proprio su come riuscire a essere adulti responsabili e capaci di salvare i bambini a non perdersi, a non arrendersi.
Immediatamente ritengo sia sufficiente un testo per aiutarmi a trovare le risposte alle domande, a rimettere ordine ai pensieri.
Invece, arriva anche un incontro con una persona. Un incontro semplice, prezioso e proprio per questo, importante.
Ecco come testo e incontro, insieme, mi indicano la strada da percorrere…le scelte da fare.
Nella mia iniziale confusione, vedo un’immagine di bambino spaventato dalle proprie debolezze, insicurezze e difficoltà, incapace di trovare la soluzione e le risorse per affrontarle e superarle, anche solo semplicemente accettandole. Perché è troppo impegnato a ripetersi nella sua mente che non “ci riesce” che "è tutto difficile", cercando di sforzarsi a controllare le sue ansie e paure. Il suo stato d’animo è paragonabile a un sottofondo che distrae, e alle volte il rumore interiore è così intenso da trasformare in silenzio tutto quello che sta fuori. Certo, lui non conosce ancora bene il significato di “fallimento”, ma lo vive tutto.
Allora penso a come aiutare quel bambino a darsi valore, per riconoscere i suoi talenti e per avere fiducia nelle sue possibilità, per fargli comprendere e vivere quel “nonostante tutto, nonostante me”.
Rifletto. Per riuscire a farlo, prima di tutto, mi soffermo su un passaggio davvero importante: quello di non sminuire ciò che prova, perché anche se è piccolo, le sue esigenze, richieste ed emozioni non lo sono affatto.
Intanto la confusione sta dando spazio all’ordine... e comprendo che posso incominciare a spiegare a quel bambino il significato della parola “autostima” - di cui ogni giorno sente tanto parlare! - e lo traduco in “piacersi per quello che si è”, cercando quindi di valorizzare il meglio in se stesso, senza pretese. Perché non serve. Perché ognuno può e riesce a dare solo quello che è nelle sue capacità. E se lo fa con tutta la volontà e costanza, con tutto l’impegno, allora ha dato proprio tutto. E quel tutto (anche se per alcuni potrebbe sembrare poco) deve essere riconosciuto e apprezzato. Appunto… “nonostante me”…
Infine cerco di spiegare al bambino come in quel “nonostante tutto” deve esserci racchiuso il desiderio di voler crescere con riferimento a orizzonti grandi e importanti, senza mai smettere di credere, di sperare e perché no…di sognare.
Ci sarebbe tanto da aggiungere, ma concludo con la descrizione di un’immagine che, mentre scrivo, mi ritorna alla mente e che accompagna una citazione di Albert Einstein: “Per una selezione equa tutti devono fare lo stesso esame: si prega di salire su quell’albero".
Ai piedi dell’albero ci sono: una scimmia, un pinguino, un elefante, un pesce in una bacinella d’acqua, una foca e un lupo. Difronte a loro una cattedra, un insegnante.
Proprio così…se si deve giudicare un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi su un albero, quale considerazione può avere di se stesso e come potrà vivere la sua vita?
Questa volta, grazie al testo e all’incontro, questa domanda ha già la sua risposta!

Isa

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