La scuola dell’armonia e della responsabilità non è una scuola leggera. Ma, la fatica e il sacrificio costituiscono un aspetto positivo se rispettano la dignità, se – in altre parole – ciascuno ne intuisce il valore, il senso, riferito alla propria crescita e all’autentica espressione di sé. Ripetere, esercitarsi, allenarsi ha senso perché uno ne intravvede il miglioramento personale e l’utilità sociale attraverso la possibilità di mettersi in gioco in attività autentiche. Abbiamo bisogno di una scuola che sappia organizzare e proporre percorsi diversi, che esca dalla logica della stessa attività per tutti gli alunni, fatta nello stesso modo, aspettandosi le medesime risposte. L’armonia è armonia di note diverse, ma anche di strumenti diversi: il percussionista esercita la mano, il braccio e la spalla. Il violinista deve sviluppare la precisione delle dita. Il corista lavorerà sulla voce. Il direttore d’orchestra dovrà esercitare l’orecchio e la capacità di gestire un gruppo di diversi. Poi tutti insieme: ecco la sinfonia!
Marco Orsi, “Ti do una nota”
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